L’Era Putin sembrava essere partita sotto i migliori auspici, complice anche la convinzione dell’allora premier italiano, Silvio Berlusconi, di poter fare da tramite fra Mosca e Washington.
Il 28 maggio 2002 furono firmati gli accordi di Pratica di Mare. Il documento, che doveva inaugurare una nuova epoca di pace, in realtà servì al Cremlino per scrollarsi di dosso l’immagine di Paese pericoloso, dove fosse difficile investire, e stringere nuove, strategiche partnership con l’Occidente, con Mosca determinata a fare leva sul suo punto di forza principale: il gas.