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Palazzi distrutti nel sud del Libano dai raid di Israele (Ansa)
Roma, 26 settembre 2024 - Il 25 settembre in Israele le sirene d'allarme hanno risuonato fino a un centinaio di chilometri dal confine, a Tel Aviv, quando Hezbollah ha lanciato un missile balistico terra-superficie, un’autentica e sofisticata novità dell’arsenale dei miliziani del Partito di Dio, che, secondo l'esercito israeliano, è stato intercettato. L'obiettivo era il quartier generale del Mossad, il controspionaggio competente sull’estero, accusato di aver decapitato la leadership militare del movimento libanese facendo esplodere migliaia di cercapersone e walkie-talkie. L’ultimo ucciso è stato il comandante militare dell'unità missili e razzi del gruppo sciita Ibrahim Qubaisi. Con l'attacco a Tel Aviv, pur senza apparenti conseguenze, "Hezbollah ha ampliato il suo raggio di fuoco e riceverà una risposta molto forte - ha avvertito il capo di Stato maggiore Herzi Halevi visitando alcune brigate al confine -. I vostri stivali entreranno nei villaggi che Hezbollah ha trasformato in una vasta postazione militare". I morti per i raid dei jet israeliani sono circa 700 nelle ultime 72 ore. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha smentito seccamente di aver attenuato l’aggressione al Paese dei cedri.