Promessa mantenuta a suon di numeri da capogiro: a partire dal costo della ristrutturazione, 700 milioni di euro a fronte di 846 milioni raccolti da donatori privati. La legge che disciplina l'opera, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale nel 2019, prevede comunque che tutte le donazioni siano destinate al progetto. I 146 milioni di euro in più serviranno quindi a ristrutturare l'esterno dell'edificio. La cifra stessa di chi ha partecipato alla 'rinascita' della cattedrale e' impressionate: 340.000 donatori. Tra i più importanti grandi e ricchissime famiglie francesi tra cui gli Arnault e il gruppo LVMH ma anche la famiglia Bettencourt-Meyers e L'Oreal, che hanno messo nella 'cagnotte', come i francesi chiamano la raccolta di fondi, 200 milioni ciascuna. La famiglia Pinault e il gruppo Total hanno pagato 100 milioni di euro. No mancano Bouygues o JC Decaux, Societe Generale, BPCE, Axa e Sanofi nell'elenco dei grandi donatori. Anche i privati mettono le mani nel portafoglio. Secondo la Fondazione Notre-Dame, una delle quattro organizzazioni autorizzate a ricevere donazioni, hanno contribuito in media con 236 euro per un totale di 350 milioni di euro. Ora la cattedrale gotica più famosa del mondo è pronta a riaprire anche al pubblico che parteciperà alla prima messa già domenica 8 dicembre. Lo stesso Macron ha riconosciuto la "sfida folle" di un rinnovamento in cinque anni durante il suo discorso di venerdi' 29 novembre. Il presidente ha parlato di uno "shock da riapertura" che dovrebbe essere "forte come quello dell'incendio, ma che sarà comunque uno shock di speranza".
EsteriI numeri folli del restauro di Notre Dame