Certo, morto un leader se ne fa un altro. Il posto di Nasrallah, che prese il potere 32 anni fa dopo l’uccisione del precedente leader, Abbas al Musawi, eliminato pure lui dagli israeliani, dovrebbe andare a Hashim Safi Al Din (latinizzato Saffiedine), che supervisiona gli affari politici di Hezbollah e siede nel Consiglio della Jihad del gruppo. E’ un cugino di Nasrallah e come lui è un chierico che indossa il turbante nero che denota la discendenza dal Profeta Maometto.
Designato terrorista nel 2017 dal Dipartimento di stato americano, è considerato un fedele esecutore la linea dura ma non sconsiderata di Nasrallah, quindi lotta contro il nemico israeliano, anche supportando attività terroristiche, ma senza elevare lo scontro a una guerra aperta.
Certo, una volta che si è eletti, con il peso delle responsabilità, spesso si cambia. Molto se non tutto dipende da Teheran, da dove i venti di guerra alimentati dall’ala più fondamentalista sembrano essere naufragati nel deserto delle opzioni militari e politiche in mano al regime.