Mercoledì 5 Febbraio 2025
Agata Finocchiaro
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Esteri

Santorini e le 550 scosse in 24 ore, l’esperto: “Fenomeno unico per frequenza e intensità. Potrebbe durare settimane così”

Alessandro Amato responsabile del centro allerta tsunami dell’Ingv sul terremoto nell’Egeo: “L'energia accumulata è molto grande”

Roma, 5 febbraio 2025 – Lo sciame sismico a Santorini, dove si sono registrate 550 scosse di magnitudo superiore a 3 nelle ultime 24 ore, è monitorato anche dai sismologi italiani per l’eccezionalità del fenomeno, un evento ritenuto “unico” e “mai visto prima in Grecia”, come ha sottolineato il direttore della ricerca dell'Istituto di Geodinamica di Atene, Athanasios Ganas. Tra gli esperti che in Italia sono in costante contatto con i colleghi greci, anche Alessandro Amato responsabile del centro allerta tsunami dell’Ingv.

Alessandro Amato
Alessandro Amato

Cinquecentocinquanta scosse in 24 ore sono davvero tante, dottor Amato che idea si è fatta dello sciame sismico a Santorini?

"Sicuramente si tratta di un evento unico nell’Egeo. Non dobbiamo tenere in conto solo il numero di scosse ma la magnitudo delle stesse, questo sciame è ricco di terremoti grossi. Ed è questo l’elemento che più fa riflettere”. 

In che senso?

"La frequenza di scosse di grande intensità vuol dire che l'energia accumulata è molto grande. Ci sono state moltissime scosse sopra magnitudo 4, quindi avvertite distintamente fino a 100 km dall’epicentro”.

L’isola si sta svuotando, già in 9mila hanno lasciato Santorini nonostante gli inviti alla calma del primo ministro greco. C'è da avere paura?

"No, ma capisco che convivere per parecchi giorni con la terra che trema sotto i piedi può mettere angoscia. Qui il punto è un altro: non sappiamo quando finirà, potrebbe durare anche settimane o può capitare, come già successo altrove, che lo sciame si attenui fino a cessare del tutto e poi dopo giorni arriva la scossa di maggiore intensità. L’unica cosa certa dei terremoti è che non si può prevedere nulla. Vediamo cosa è successo il 6 aprile 2009 a L’Aquila, lo sciame sismico si era attenuato quando è arrivata la scossa più grande di 5.9”.

Pensa ad uno scenario simile?

"No, sono cose estremamente diverse. A L’Aquila c’erano state molte meno scosse e di intensità di gran lunga inferiore, anche se l’epicentro era in città mentre qui siamo in mare”.

Un comitato di esperti greci ha dichiarato che lo sciame sismico "non è legato all'attività vulcanica", di che fenomeno si tratta?

"Quella zona è sismicamente molto attiva, c’è un sistema di faglie noto sia alla geologia del fondo marino che alla sismologia. Sono faglie che noi definiamo normali, dirette, fanno parte di un processo di estensione crostale da nord a sud che avviene in tutto l'Egeo. Sono faglie orientate a nordest-sudovest, che ribassano la crosta marina e alzano le isole. Questi terremoti sono tettonici ma ciò non esclude in seguito un interessamento a livello magmatico. Però lo scenario vulcanico al momento è lontano. Piuttosto il timore è che si possa ripetere quanto avvenuto nel 1956, quando una scossa di magnitudo 7.4 e il successivo tsunami hanno colpito Amorgos, l’isola attualmente più coinvolta dallo sciame sismico, assieme a Santorini. O quanto avvenuto il 30 ottobre 2020 a Samos, quando una scossa di magnitudo 7 provocò uno tsunami con onde alte tre metri”.

Anche la Turchia ha emesso un’allerta dopo che ieri sono state avvertite tre scosse di magnitudo superiore a 5. C’è un reale rischio tsunami?

"La Turchia fa bene ad alzare il livello di guardia perché non è lontana dall’area interessata dallo sciame sismico. Ma questo non vuol dire che debba per forza verificarsi uno tsunami. Noi emettiamo l’allerta tsunami già con una scossa di magnitudo 5.5, per invitare a stare lontano dalla spiaggia. Ma solo da 6.5 c’è un reale rischio tsunami”. 

Quale scenario vi aspettate per i prossimi giorni?

"Difficile prevederlo. Questi sciami spesso finiscono con terremoti medio piccol, ma talvolta culminano con scosse più grandi. Può anche capitare che finisca lo sciame e poi la scossa di maggiore intensità arrivi dopo diversi giorni, quando meno ce lo aspettiamo. Per questo è fondamentale seguire costantemente l’evoluzione del fenomeno. Da giorni siamo in contatto con i colleghi greci, a cui abbiamo offerto la massima disponibilità anche per il monitoraggio del vulcano”.