Ci manca anche questa: un’ennesima guerra fra Russia e Turchia in una regione in cui se ne combattono già una dozzina. Auguriamoci che da Washington parta un barlume di leadership almeno a livello diplomatico. Chissà che il più improbabile dei guerrieri, il presidente francese Hollande ieri a Washington, non sia riuscito a smuovere dalla sua ideologica apatia il collega americano. Il caos mediorientale è la diretta conseguenza dei suoi errori. Eccone alcuni: il ritiro dall’Iraq, la liberazione di Al Baghdadi, il futuro califfo, l’appoggio alle primavere arabe, la guerra in Libia, la liquidazione di tiranni amici, la passività sulla Siria, l’inerzia contro l’Isis, senza contare l’accordo nucleare con l’Iran.
Acqua passata? Beh, allora guardiamo avanti. Siamo avvolti dalle nebbie di paradossi incrociati. La «pugnalata alla schiena», come si esprime Putin, mette l’intera Nato in una posizione imbarazzante. Se interviene a sostegno dell’alleato turco, si ritrova automaticamente in guerra con la Russia. Nato o non Nato, oggi il nostro vero alleato nella lotta al terrorismo islamico è proprio la Russia. Ma contro di essa Obama ha trascinato l’Unione Europea in sanzioni autolesionistiche che dovrebbero punirla per la Crimea. Se poi cerchiamo di capire cosa avviene sul campo c’è da perdere la testa. La Russia vuole mantenere Assad al potere e oltre all’Isis bombarda i ribelli turcomanni protetti dalla Turchia. Questa a sua volta benché insanguinata dall’Isis ne acquistava il petrolio trasportato dalle cisterne distrutte da Putin. E colpisce i curdi. I quali sono gli unici che combattono i tagliagole sunniti consapevoli che da soli non riusciranno mai a sconfiggerli.
Né basteranno le incursioni franco-russe i cui obiettivi sono quelli definiti off limits dalla Casa Bianca. E non basteranno le milizie sciite iraniane che comunque rifiutano di collaborare con i consiglieri americani. Ci vorrà una spedizione di terra. Chi l’allestirà? Gli Stati Uniti? Sino a che Obama sarà presidente è improbabile, anzi impossibile. Non rimangono che i russi e i francesi e qualche altro europeo. Ce la faranno? Si temono altri attentati. Bruxelles è paralizzata da quattro giorni. In Francia c’è lo stato di emergenza. Non accadeva dalla seconda guerra mondiale. Il fatto è che siamo in guerra. Ma Obama (e non solo lui) non lo ammette.