
Roma, 15 aprile 2025 – Come reagirebbe la Russia a un intervento diretto dei Paesi Nato nel conflitto con l’Ucraina? Quali sarebbero i primi obiettivi militari? Uno scenario assolutamente da sconguirare ma che, con l’inasprirsi degli attacchi (è ancora sotto gli occhi di tutti l’orrore del bombardamento di Sumy nel giorno della Domenica delle Palme) e la scarsa incisività che sta avendo, almeno al momento, la mediazione trumpiana verso la pace, vede un ulteriore innalzamento della tensione.

La Polonia e i Paesi baltici, cioè quelli che sostengono una linea più dura nei confronti di Mosca, sarebbero “i primi” a subire e conseguenze di un conflitto se la Nato dovesse attaccare la Russia o la Bielorussia. Lo ha sottolineato Serghei Naryshkin, il capo del servizio d'intelligence russo per l'estero (Svr), in visita a Minsk. “Loro dovrebbero capire, ma non capiscono ancora, che in caso di aggressione dell'Alleanza del Nord Atlantico contro lo Stato dell'Unione, il danno sarà certamente inflitto all'intero blocco Nato, ma, in misura maggiore, i primi a soffrirne saranno i portatori di tali idee negli ambienti politici della Polonia e dei Paesi baltici”, ha affermato Naryshkin, citato dalla Tass.
"L'aggressione della Nato contro la Russia e la Bielorussia ha avuto ripercussioni anche sui Paesi Baltici”, ha affermato il direttore del Servizio di intelligence estera russo durante l'incontro con il leader bielorusso Aleksandr Lukashenko. “La Polonia e le repubbliche baltiche sono particolarmente aggressive, almeno a parole, fanno sempre tintinnare le loro armi. La Polonia è arrivata a dichiarare di voler installare circa due milioni di mine anticarro lungo i confini della Bielorussia e della regione di Kaliningrad, e vorrebbe ricevere più armi nucleari statunitensi. È triste”, ha detto Naryshkin. Il capo dell'intelligence ha sottolineato che la Polonia e le repubbliche baltiche "non riescono a capire che l'accumulo militare vicino ai confini della Russia e della Bielorussia è diventato uno dei fattori e delle cause dell'attuale grande e pericolosissima crisi nel continente europeo”.