Mosca, 27 marzo 2024 – Un tribunale di Mosca ha condannato in contumacia a 6 anni di reclusione Lucy Shtein, attivista del collettivo punk anonimo Pussy Riot, per aver diffuso notizie false sulle forze armate russe. Stando a quanto riportato da Mediazona, la donna avrebbe condiviso un tweet commentando il video di soldati ucraini che ferivano un gruppo di militari russi. Deputata dell’assemblea comunale per il partito Yabloko, Shtein vive in Lituania dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina insieme alla compagna Maria Alyokhina, anche lei attivista delle Pussy Riot.
“I tizi sono venuti per bombardare le città di altri e uccidere le persone, in risposta hanno sparato loro alle gambe, anche i ceceni avevano paura di torture del genere”, aveva commentato Shtein.
La legge che ha permesso la condanna di Shtein vieta le critiche all’‘operazione speciale’, in corso ormai da due anni nei territori internazionalmente riconosciuti come ucraini. L’accusa ha chiesto 8 anni e mezzo di reclusione. Secondo Mediazona, gli investigatori russi avrebbero rifiutato più volte di aprire un fascicolo a nome dell’attivista. L’accusa iniziale sarebbe stata quella di “giustificazione dell’uso della tortura”, ma gli esperti linguistici non hanno riscontrato frasi compromettenti da tale punto di vista.
Tre giorni prima dell’apertura delle urne per le elezioni presidenziali che hanno visto l’ennesimo trionfo (scontato) di Vladimir Putin, una retata dei servizi di sicurezza ha preso di mira le abitazioni di diversi artisti. Tra loro, anche un’altra figura delle Pussy Riot, Pyotr Verzilov, tra l’altro ex direttore di Mediazona.
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