Lunedì 23 Dicembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

L’ombra delle spie russe. La Polonia rimuove un generale in Europa, addestrò le truppe di Kiev

L’ufficiale comandava la divisione Eurocorps. Indagine degli 007 di Varsavia Biden su Putin: è un macellaio. Dagli Usa 228 milioni di dollari per la difesa Nato

Roma, 27 marzo 2024 – Biden che chiama "macellaio" Putin; un fastidioso sospetto su un generale polacco; nuove promesse americane di garantire la difesa di tutti i Paesi membri dell’Alleanza, a partire dai Baltici. Ora più che mai, gli spifferi da guerra fredda si moltiplicano. La notizia più delicata di ieri riguarda un generale a tre stelle polacco – Jaroslaw Gromadzinski – un ’mastino’ che plasmò la 18a divisione meccanizzata, chiamata ’la divisione di ferro’ ed è poi stato vicecomandante del team di assistenza internazionale all’Ucraina a Wiesbaden, in Germania, dove, al fianco dei militari americani, era responsabile della formazione dei soldati ucraini fino a giugno del 2023. Fu allora che, primo ufficiale dell’Est, venne nominato comandante dell’Eurocorps, forza multinazionale Ue a livello di Corpo d’Armata nata nel 1992: comprende reparti provenienti da Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Spagna.

Il presidente russo Vladimir Putin
Il presidente russo Vladimir Putin

Ieri il generale è stato richiamato d’urgenza in patria e sostituito al comando a causa dell’apertura "di un’indagine del controspionaggio militare polacco – informa una nota del ministero della Difesa di Varsavia – che ha richiesto una verifica del nulla osta di sicurezza in relazione all’ottenimento di nuove informazioni sull’ufficiale". Ovvero? "Le voci – osserva il politologo polacco Jaroslav Wolski alla Gazeta Wiadomosci – parlano di rapporti falsificati sulla prontezza al combattimento della 18ª divisione, che Gromadzinski comandò". Certo, è un colpo basso, e chissà se c’entrano i ’kompromat ’ (dossier con materiali compromettenti) graziosamente messi in giro dai servizi russi. Il clima del resto è quello che è.

Joe Biden, parlando in North Carolina, ha detto che è l’ora di "assicurarci finalmente di proteggere l’Ucraina da quel macellaio di Putin", definizione che rende l’idea anche se è poco diplomatica e si inserisce nel solco del "pazzo figlio di.." del mese scorso. Campagna elettorale? Non solo. "Questa amministrazione – ha affermato ieri la vice portavoce del Pentagono, Sabrina Singh – ha detto più e più volte che difenderemo ogni centimetro della Nato".

Tra i Paesi nel mirino da sempre ci sono i baltici e in particolare c’è l’Estonia, che ha il 25% di popolazione russa. Nuove nubi si sono addensate a inizio gennaio quando Putin disse che quello che succedeva nei Paesi baltici minacciava la sicurezza nazionale russa. Un leitmotiv già salmodiato nel Donbass e abbiamo visto come è finita. "Quello che sta succedendo in Lettonia e nelle altre Repubbliche baltiche, dove i cittadini russi vengono espulsi – disse Putin – ci preoccupa: è una questione relativa alla nostra sicurezza nazionale". Da notare che da dicembre a febbraio il servizio segreto dell’Estonia ha arrestato undici sospetti agenti russi impegnati in attività ’ibride’: diffusione di informazioni false, installazione di apparati per disturbare i segnali Gps, cyber attacchi e intimidazioni di vario tipo, come la vandalizzazione di alcune auto di ’antirussi’, tra la quale addirittura quella del ministro dell’Interno Lauri Läänemets.

La Nato, che ha tre brigate nei Paesi baltici e nell’area si è rafforzata con l’ingresso di Finlandia e Svezia, sa bene delle mire russe e lo sanno i Paesi baltici che il 19 gennaio hanno firmato un memorandum per creare una ’linea di difesa baltica’ con migliaia di bunker ai confini con Russia e Bielorussia. Gli americani hanno appena dato 228 milioni di dollari a riguardo: fanno seguito ai 225 milioni dell’anno precedente. Perché la libertà costa e costa cara.