Roma, 5 agosto 2024 – È morto in carcere il pianista russo Pavel Kushnir, arrestato per aver protestato contro il conflitto in Ucraina con alcuni interventi su YouTube. Lo ha reso noto Irina Levina, madre del musicista. La data effettiva della morte è sconosciuta, ma pare sia avvenuta prima del maxi-scambio di prigionieri tra Russia e Occidente.
Secondo quanto riferito dalla donna, le autorità le hanno notificato che il figlio è deceduto in un centro di detenzione a Birobizhan, nell'Estremo Oriente russo, per uno sciopero della fame e della sete. La notizia non è stata confermata da fonti ufficiali russe.
Olga Romanova, capo in esilio di una Ong che difende i diritti dei detenuti russi, è sicura che Kushnir sia deceduto: “Abbiamo ricevuto lettere dai suoi compagni detenuti, non ci sono più dubbi sul fatto che sia morto”, ha detto l’attivista. Oggi la squadra di Alexei Navalny ha condiviso su X un appello per le donazioni, per rimpatriare il corpo del pianista nella sua città natale, Tambov.
L’arresto di Kushnir pare essere avvenuto a maggio 2024, come aveva riportato un canale Telegram dedicato alle notizie della regione di Birobidzhan, affermando che il musicista era accusato di “appelli al terrorismo”. Tuttavia, il suo arresto non è mai stato notificato ufficialmente. Secondo il media russo Vot Tak, dal novembre 2022 il pianista aveva pubblicato sul suo canale YouTube quattro video in cui criticava il Cremlino e l'invasione dell'Ucraina.
Pavel Kushnir, cresciuto nella città di Tambov, 400 chilometri a sud-est di Mosca, si era diplomato al conservatorio Chaikovsky della capitale e per sette anni aveva suonato nella Filarmonica della regione di Kursk. In seguito per tre anni aveva fatto parte della Filarmonica di Kurgan. Dal 2023 suonava nella Filarmonica regionale di Birobizhan. Nel 2014 aveva scritto un romanzo e stava anche dedicandosi a traduzioni di letteratura contemporanea.