Roma, 8 giugno 2024 – Mai come quest’anno la commemorazione dello sbarco in Normandia guarda al passato con il timore di un allargamento del conflitto o di nuove tensioni in futuro. Di certo, la Russia sembra non volersi far scappare l’occasione per alzare il livello dello scontro. Mosca ha provato molto fastidio per l’accoglienza tributata al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ma ad averla irritata sono state soprattutto le dichiarazioni del presidente francese, Emmanuel Macron, che si è detto pronto a fornire all’Ucraina entro l’anno gli aerei da combattimento.
"Presto – ha detto il capo dell’Eliseo – lanceremo una nuova cooperazione e annunceremo l’invio di Mirage 2000-5, che sono aerei da combattimento francesi, per permettere all’Ucraina di proteggere il proprio territorio, il proprio spazio aereo".
Macron ha sottolineato che l’invio dei caccia non rappresenta una escalation del conflitto. Gli aerei da guerra in esame dovrebbero essere cinque e non saranno immediatamente operativi. Prima i piloti dovranno essere addestrati e ci vorranno settimane. La Francia si è impegnata anche ad addestrare 4.500 soldati ucraini, spiegando che la soluzione diplomatica rimane l’alternativa preferibile, ma che questa non deve significare la capitolazione dell’Ucraina.
La mossa di Parigi è risultata particolarmente indigesta al Cremlino. Da San Pietroburgo, dove si tiene il Forum economico russo, che ha perso smalto con l’inizio della guerra contro l’Ucraina, il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov, ha puntato il dito contro Parigi, accusando Macron di voler "infiammare" le tensioni in Europa e sostenendo che la Francia è pronta a sostenere un ruolo diretto nella guerra in Ucraina.
"Macron – ha spiegato Peskov ai giornalisti – dimostra un supporto totale al regime di Kiev e dichiara la disponibilità della Francia ad assumere una diretta partecipazione al conflitto militare". Ormai fra Mosca e Parigi è scontro aperto. Negli scorsi giorni, sempre Macron non aveva escluso la possibilità di mandare truppe in Ucraina, nonostante la posizione più prudente di alcuni Paesi della Nato, fra cui l’Italia. Furiosa la reazione russa. In questo contesto una Corte moscovita ha tramutato in arresto, fino al 5 agosto, il fermo del cittadino francese Laurent Vinatier: è accusato di non essersi registrato come agente straniero e di avere raccolto informazioni sulle attività militari della Russia.