Roma, 24 giugno 2024 – È probabile che possa esserci l’Isis dietro il duplice attacco armato condotto in Daghestan, dove ieri sono morte 20 persone (restano poi 7 feriti gravi sui 47 totali dopo gli attacchi). Lo scrivono gli analisti dell'Isw, l'Istituto per lo studio della guerra, screditando l'ipotesi russa secondo cui ci sarebbero l'Ucraina e la Nato dietro gli attentati.
Stamattina si è conclusa l’operazione antiterrorismo Sono più di 15 i poliziotti morti, mentre le forze dell’ordine dell’antiterrorismo hanno ucciso sei i presunti attentatori dopo l’incursione nei due luoghi di culto. Colpiti un posto di polizia, una chiesa e una sinagoga nelle città di Derbent e Makhachkala. Tra le vittime anche padre Nikolaj, lo storico parroco della chiesa ortodossa del Derbent.
Isw: “Dietro all’attacco c’è l’Isis”
L'Istituto per lo studio della guerra è convinti che ad armare i terroristi sia stato l’Isis. L'Isw cita le crescenti tensioni tra Mosca e le minoranze musulmane del Caucaso, che stanno aumentando i reclutamenti da parte di gruppi estremisti. L'Isw ha notato, tra l'altro, che dopo l'attacco la cellula russa dell'Is-K Al-Azaim Media ha pubblicato una nota in cui esprimeva gratitudine ai “fratelli del Caucaso” per aver dimostrato le loro capacità.
Sebbene Al-Azaim non si sia assunto la responsabilità dell'azione, la citazione del Caucaso suggerisce che la responsabilità sia di 'Vilayat Caucasus', cellula dell'Isis attiva proprio nella regione russa. Da aprile, l'organizzazione ha intensificato le richieste di reclutamento nel Caucaso settentrionale. Gli analisti di Isw notano, inoltre, che le autorità russe hanno condotto “un’operazione antiterroristica nel Caucaso settentrionale”, ma hanno concentrato la loro risposta sull'accusa, infondata, all'Ucraina e alla Nato.
Sei attentatori uccisi: si cercano complici
“Sei uomini armati sono stati uccisi. Ulteriori azioni operative di ricerca e investigative continueranno fino a quando non verranno scoperti tutti i partecipanti alle cellule dormienti, che sicuramente sono state preparate soprattutto dall'estero”, ha detto il governatore del Daghestan, Sergey Melikov, citato dall'agenzia di stampa russa Tass. “La situazione dopo gli attacchi avvenuti a Makhachkala e Derbent è ora sotto il controllo delle autorità e delle forze dell'ordine”, ha aggiunto Melikov.
Antiterrorismo: “Operazione conclusa”
L'operazione antiterrorismo in Daghestan è conclusa. Lo ha annunciato il centro informazioni del Comitato nazionale antiterrorismo (Nac) russo citato dall'agenzia Tass. “In connessione con l'eliminazione delle minacce alla vita e alla salute dei cittadini, è stata presa la decisione di porre fine all'operazione antiterrorismo” questa mattina, hanno affermato le autorità.
“Il regime legale dell'operazione antiterrorismo all'interno dei confini amministrativi di Makhachkala e Derbent della Repubblica del Daghestan sono stati cancellati”, si legge nel messaggio.
Sale il bilancio dei morti
“Più di 15 agenti di polizia sono rimasti vittime dell'atto terroristico, mentre proteggevano la pace e la tranquillità del Daghestan", ha detto Melikov in un video pubblicato sul canale Telegram e citato dalla Tass. Nell'attacco, hanno perso la vita anche diversi civili, tra cui padre Nikolaj, che ha prestato servizio per più di quarant'anni nella chiesa ortodossa di Derbent.
Reazioni internazionali
Il presidente del Kazakistan, Kassym-Jomart Tokayev, ha formulato le sue condoglianze al presidente russo Vladimir Putin per gli attacchi terroristici contro le chiese ortodosse e una sinagoga. “Il presidente ha offerto assistenza nelle attività di ricerca condotte dalle forze dell'ordine del Kazakistan”, si legge nella dichiarazione.
Tokayev ha condannato fermamente gli attacchi definendoli disumani e ha sottolineato l'impegno del Kazakistan a rafforzare la cooperazione multilaterale negli sforzi antiterrorismo sotto gli auspici dell'Onu e di altre organizzazioni internazionali.