Roma, 4 settembre 2024 - La Russia alza il livello della minaccia rivendendo la sua dottrina nucleare, in risposta all'operazione ucraina nel Kursk e al ruolo sempre più attivo dell'Occidente nella guerra contro Kiev. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha confermato l'aggiornamento in corso, più volte chiesto dal presidente Vladimir Putin e ribadito poco tempo fa dal vice ministro degli esteri, Sergei Ryabkov.
Il diritto di usare le armi nucleari
Il decreto di sei pagine sulla dottrina nucleare russa, firmato da Vladimir Putin nel giugno del 2020, stabilisce che Mosca "si riserva il diritto di usare armi nucleari in risposta all'uso di armi nucleari e armi di distruzione di massa di altro tipo contro la Russia e (o) suoi alleati, così come nell'evento di una aggressione contro la Russia con armi convenzionali nel caso in cui l'esistenza stessa del Paese sia minacciata".
Colpa dell’Occidente
Peskov ha sottolineato che la decisione di rivedere il testo si è resa necessaria "in relazione alla situazione attuale emersa come risultato delle azioni dell'Occidente", a causa di "sfide e minacce innescate" da questi Paesi. Il portavoce di Putin ha accusato Washington, Londra e Bruxelles di respingere il dialogo, di perseguire politiche in violazione degli interessi e della sicurezza della Russia, e di soffiare sul fuoco del conflitto in Ucraina.
Putin vuole abbassare la soglia
Peskov ha precisato che tale revisione, ancora alle prime fasi, analizzerà con cura le tensioni in corso per poi proporre emendamenti al decreto nucleare. Riguardo la portata di questi aggiornamenti non ci sono state ulteriori spiegazioni da parte del portavoce del Cremlino, ma va ricordato che Putin, in visita in Vietnam a fine giugno, aveva parlato proprio di rivedere dottrina nucleare come risposta russa a un "possibile abbassamento della soglia per l'uso di armi nucleari" da parte degli avversari, ma escludendo un attacco preventivo.
In Russia nuovo sito di lancio di super missili nucleari
In questo contesto è inquietante la notizia di due giorni fa della scoperta, grazie a immagini satellitari, da parte di due ricercatori americani, Decker Eveleth e Jeffery Lewis, del Middlebury Institute of International Studies di Monterey, della costruzione, o aggiornamento, di una base di lancio in corso a 475 chilometri a nord di Mosca. I lavori sono in corso per nove nuove piattaforme di lancio orizzontali, divise in tre gruppi all'interno di banchine alte come protezione da attacchi o per evitare i danni di un'esplosione accidentale. Da lì probabilmente partiranno anche i 9M370 Burevestnik, nuovi missili da crociera nucleari russi che presentandoli lo zar aveva battezzato come "invincibili".
I missili 9M370 Burevestnik
Putin, ha ricordato l'agenzia di stampa Reuters, affermò che l'arma, soprannominata SSC-X-9 Skyfall dalla Nato, aveva una portata quasi illimitata e non era intercettabile dalle difese missilistiche statunitensi. Sempre grazie alle immagini scattate il 26 luglio da Planet Labs, una società satellitare commerciale, due ricercatori americani ritengono di aver trovato vicino a un impianto di stoccaggio di testate nucleari noto con due nomi, Vologda-20 e Chebsara, proprio il sito di dispiegamento per il nuovo missile.