Bucarest, 10 marzo 2025 - Ieri l'Ufficio elettorale centrale della Romania ha respinto la candidatura di Calin Georgescu per le prossime elezioni presidenziali, in programma il 4 maggio. L'ex diplomatico, considerato filo-russo e vicino all'estrema destra, era giunto al ballottaggio delle elezioni dello scorso dicembre, poi annullate per presunte manipolazioni che avrebbero favorito la sua candidatura. I suoi sostenitori sono insorti, mettendo a ferro e fuoco Bucarest. Dalla loro parte anche i parlamentari dell'estrema destra, appartenenti ad esempio al partito Aur che avrebbe sostenuto Georgescu, per i quali l'esclusione rappresenterebbe uno smacco alla democrazia.

Ma qual è la ragione che ha spinto le autorità a impedire la candidatura dell'ex diplomatico? Stando a quanto si legge nel documento ufficiale dell'Ufficio elettorale centrale, firmato dal presidente dell'ente Cristinel Grosu, le motivazioni sono varie e legate ad alcune disposizioni della Corte costituzionale. Quest'ultima, lo scorso ottobre e quindi prima dello scandalo, ha disposto che una delle condizioni per candidarsi fosse "il rispetto delle procedura per l'elezione del presidente". Dallo scorso 26 febbraio, Georgescu è indagato per irregolarità nei fondi della campagna del 2024, per il supporto a gruppi neofascisti e per "incitamento alle azioni contro l'ordine costituzionale".
Secondo il Consiglio supremo della difesa nazionale, durante la campagna elettorale in vista delle elezioni di dicembre, la piattaforma cinese TikTok avrebbe favorito i contenuti di Georgescu, a discapito di quelli degli altri candidati. Non solo: l'imprenditore Bogdan Peschir avrebbe devoluto oltre un milione di euro a una serie di influencer e content creator in cambio della pubblicazione di post e video in supporto all'ex diplomatico. Con questa manipolazione del pubblico sui social, la candidatura del semi-sconosciuto Georgescu sarebbe stata artificialmente 'pompata'.
Inoltre, l'8 dicembre 2024, Georgescu avrebbe incitato i suoi sostenitori alla rivolta. In quella data, la sua guardia del corpo Horatiu Potra - vicino al Gruppo Wagner, ex mercenario e con un passato in carcere per aver formato un gruppo paramilitare - era stato fermato alle porte di Bucarest mentre si dirigeva in centro con una ventina di uomini armati con machete, asce e coltelli.
Secondo l'Ufficio elettorale centrale, tutto ciò implica che Calin Georgescu non possa impegnarsi "a rispettare la costituzione e a difendere la democrazia", uno dei passaggi fondamentali del giuramento che dovrebbe prestare in caso di vittoria. Ergo, non soddisfa le condizioni previste dalla legge per candidarsi.
La campagna dell'ex diplomatico può presentare ricorso contro la decisione dell'Ufficio fino alle 23.59 di oggi 10 marzo 2025. Qualora lo facesse, la Corte costituzionale dovrà pronunciarsi entro due giorni.