Romania, tutto da rifare. La Corte Costituzionale ha annullato il risultato del primo turno delle elezioni presidenziali, che si è tenuto lo scorso 1° dicembre e dove si era imposto, a sorpresa, il candidato filorusso e anti-Ue, Calin Georgescu. La decisione è resa ancora più clamorosa dal fatto che, per l’Alta Corte, il risultato delle urne è stato viziato dall’influenza russa.
La decisione è arrivata a sorpresa, perché, proprio nei giorni scorsi, i magistrati avevano bocciato obiezioni e ricorsi. A fare cambiare loro idea è stata la desecretazione di alcuni documenti che inchiodano Georgescu, il quale avrebbe incassato circa un milione di euro per la sua campagna elettorale. Donazioni non registrate, incassate illegalmente e soprattutto anonime.
Non solo. La sua campagna sui social, soprattutto su TikTok, è stata particolarmente aggressiva, con l’ingaggio di influencer e oltre 25mila account a suo favore che sarebbero stati in realtà falsi e gestiti in remoto.
Adesso il Paese dovrà tornare alle urne, e ciò probabilmente accadrà nell’anno nuovo. La tempistica verrà resa nota nei prossimi giorni, ma si deve tenere conto che in Romania si celebra il Natale Ortodosso, quindi il 7 gennaio, e che il 20 gennaio si insedierà Donald Trump alla Casa Bianca, con un nuovo fascicolo sulla sua scrivania.
Il premier in carica, Marcel Ciolacu, che rappresenta il grande sconfitto al primo turno esulta e dichiara che quella dei giudici è "la decisione più corretta", sottolineando che "il voto dei romeni è stato palesemente distorto a seguito dell’intervento della Russia".
Ma non tutti la pensano come lui. Elena Lasconi, favorita alla presidenza e proveniente dal partito di centrodestra Sru, ha usato parole di fuoco contro i magistrati, definendo la loro decisione "illegale e immorale". "Piaccia o no – dice – da un punto di vista legale e legittimo, nove milioni di rumeni, all’interno del Paese e della diaspora, hanno espresso la loro preferenza per un certo candidato. Non possiamo ignorarlo!".
Il diretto interessato, Georgescu, dovrebbe parlare nelle prossime ore. Nei giorni scorsi aveva negato a più riprese di essere l’uomo di Mosca in Romania. Di certo, la sua affermazione è stata una sorpresa per tutti. Il politico è passato da un sostanziale anonimato a prendere il 23% al primo turno delle presidenziali. L’aria è pesante. Alle politiche, che si sono tenute la settimana scorsa, il partito socialista si è confermato la prima formazione del Paese, ma il blocco dei partiti di destra ha raggiunto il 18%.