Manila, 8 luglio 2018 - Dopo aver suscitato forte indignazione in un Paese dove l'80% degli oltre 100 milioni di abitanti è di fede cattolica, affermando che che Dio è "stupido", il presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, attacca nuovamante la Chiesa. Durante un discorso a un'iniziativa su scienza e tecnologia nella città di Davao, il leader sessantenne ha promesso di dimettersi subito se qualcuno riuscirà a dimostrargli che Dio esiste.
Dimissioni immediate, ha sottolineato, al momento che gli verranno fornite prove che qualcuno riesce a parlare e vedere Dio. Duterte ha inoltre espresso critiche su certi aspetti della fede cattolica. Infine ha messo in dubbio il peccato originale, un concetto, secondo lui, creato dalla Chiesa per far soldi col battesimo.
Già giorni fa, in un intervento televisivo, il presidente aveva discusso della storia di Adamo ed Eva, chiedendosi perchè mai Dio li avesse creati, lasciando poi che venissero tentati dal male. "Chi è questo stupido Dio? Hai creato qualcosa di perfetto e poi pensi a un evento che possa tentare e distruggere la qualità del tuo lavoro", sono le parole di Duterte che hanno scatenato le proteste del vescovo Pablo Virgilio David, capo della Chiesa filippina, e anche la protesta del Consiglio delle chiese evangeliche delle Filippine, dei suoi alleati politici e di gran parte della popolazione.
Dura la risposta del vescovo Arturo Bastes, citato dalla Cbs News, che ha chiamato il capo di Stato "pazzo" e ha esortato i filippini a pregare per mettere fine alle sue "affermazioni blasfeme e le tendenze dittatoriali". Poi ha aggiunto: "La tirata di Duterte contro Dio e la Bibbia rivela che si tratta di uno psicopatico, una mente anormale che non avrebbe dovuto essere eletta come presidente della nostra nazione civile e cristiana".
Il portavoce del presidente, Harry Roque, ha difeso le esternazioni del leader, sostenendo che abbia il diritto di esprimere le sue opinioni sulla religione.