
Contro il presidente Recep Tayyp Erdogan sono scesi in piazza soprattutto studenti
ISTANBULLa Turchia laica torna in piazza, sfidando il blocco alle manifestazioni a Istanbul deciso dalla prefettura, fedele al presidente Recep Tayyip Erdogan. Ieri, per il secondo giorno consecutivo, migliaia di persone, fra militanti del principale partito di opposizione, il Chp (Partito repubblicano del popolo), e studenti, hanno protestato contro l’arresto di Ekrem Imamoglu, sindaco d’Instanbul ed esponente di punta della formazione di centrosinistra. La polizia, in tenuta antisommossa, nel tardo pomeriggio non ha esitato a lanciare gas lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere la manifestazione convocata davanti al municipio. Nella città la protesta ha coinvolto gli universitari di sette atenei. Anche ad Ankara, la capitale della Turchia, e Smirne gli studenti hanno protestato con marce, chiedendo le dimissioni del governo e definendo il presidente un "dittatore".
Arrestato mercoledì, con l’accusa di corruzione e di aver aiutato il Pkk, Partito dei lavoratori del Kurdistan, considerato terrorista dalle istituzioni turche, Imamoglu si è appellato alla magistratura, perché si ribelli a Erdogan. "Faccio appello ai membri della magistratura – ha scritto sui social il sindaco di Istanbul attualmente sotto custodia dela polizia –: dovete agire e occuparvi di questi pochi colleghi che stanno macchiando il nostro sistema giudiziario". Imamoglu parla di "golpe" contro di lui. Musulmano osservante ma espressione della Turchia più laica e democratica, avrebbe dovuto partecipare alle primarie del suo partito, il Chp, per essere eletto ufficialmente come sfidante di Erdogan alle presidenziali del 2028. Il suo arresto ne ha quantomeno frenato le aspirazioni, anche se il governo turco rivendica la propria estraneità all’indagine sfociata nel provvedimento contro il sindaco ed altri esponenti del Partito repubblicano del popolo. Anzi, per Erdogan l’arresto sarebbe il risultato di "beghe interne all’opposizione".
Nelle stesse ore in cui Imamoglu chiamava alla rivolta la magistratura, il Pkk ha annunciato, per il prossimo 4 maggio, un congresso che decreterà lo scioglimento del partito dopo l’appello del suo fondatore, Abdullah Ocalan, a deporre le armi. Contro l’arresto del sindaco d’Istanbul hanno levato la propria voce diversi primi cittadini di città europee, da Parigi a Barcellona. Per l’Italia si sono fatti sentire i sindaci di Roma, Roberto Gualtieri, di Milano, Beppe Sala, e l’ex di Firenze, Dario Nardella.
Giovanni Panettiere