
Jens-Frederik Nielsen, leader di Demokraatit festeggia i risultati delle elezioni (Ansa)
Roma, 12 marzo 2025 – Mai i risultati delle elezioni in Groenlandia sono stati così attesi. Come avrebbero reagito i cittadini alle minacce di annessione di Trump? Stringendo il legame con la Danimarca a cui ancora appartiene o accentuando le spinte verso l’indipendenza? Ecco, la risposta. Il voto di stanotte ha premiato, a sorpresa, l’opposizione. Il partito Demokraatit ‘social-liberale’, veleggia verso il 30%. Il nome non inganni. Si tratta di una formazione di centrodestra, indipendentista anche se propenso a un processo graduale di separazione dalla Danimarca. Sorprendente soprattutto il 24,5% dei nazionalisti di Naleraq, favorevoli invece a un ‘divorzio’ immediato da Copenaghen, che doppia le preferenze della scorsa tornata elettorale. Questo quando è stato scrutinato il 90% delle schede. Netto il calo per i partiti del governo uscente: gli ambientalisti di sinistra di Inuit Ataqatigiit sono al 21 (-15 % rispetto al 2021) e i socialdemocratici di Siumut al 15% (-14%). Lo stesso Jens-Frederik Nielsen, ex campione di badminton, leader di Demokraatit si è detto sorpreso della vittoria: "Non ci aspettavamo che le elezioni avessero questo risultato, siamo molto felici". Choc per il premier uscente Mute Egede: "Rispettiamo il risultato delle elezioni".

Vince l’indipendentismo
Dunque le velleità della nuova amministrazione Usa, che vuole mettere le mani su una terra cruciale per i suoi minerali e per il controllo delle rotte artiche hanno suscitato nei groenlandesi una forte spinta sovranista e indipendentista. La Groenlandia è stata una colonia della Danimarca fino al 1953 e, sebbene faccia ancora parte del regno danese, nel 2009 le è stata concessa l'autonomia con possibilità di autogoverno e politica interna indipendente. Ma per la maggior parte dei 57.000 abitanti non è sufficiente.
Cosa succede adesso
Ma chi governerà e cosa succederà adesso? Il partito vincente non riuscirà a ottenere la maggioranza dei 31 seggi in Parlamento pertanto nei prossimi giorni si terranno trattative per formare una coalizione. "I democratici sono aperti ai colloqui con tutti i partiti e cercano l'unità. Soprattutto con quello che sta succedendo nel mondo", ha detto il leader Jens-Frederik Nielsen, 33 anni. In ogni caso il cammino verso l’indipendenza Il futuro esecutivo, qualunque esso sia, definirà probabilmente un calendario per l’addio a Copenaghen. Il Parlamento rinnovato potrebbe proporre di indire un referendum.