Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Risultati definitivi elezioni Francia, Le Pen davanti ma si ferma sotto al 30%, Con Ciotti al 33%. Possibile alleanza macronisti-sinistra

La coalizione di sinistra al 28%, Macron si ferma al 20%, i Repubblicani si sono attestati al 6,6%. RN già certo di 37 seggi, potrebbe ottenere la maggioranza assoluta al secondo turno

Roma, 1 luglio 2024 - L'estrema destra del Rassemblement National di Marine Le Pen, guidata dal giovane Jordan Bardella, si impone in Francia al primo turno delle elezioni legislative per la prima volta nella Quinta Repubblica. A tarda notte arrivano i risultati ufficiali del ministero dell'Interno: il Rassemblement National (RN) raccoglie il 29,25% dei voti, la coalizione di sinistra radunata nel Nouveau Front Populaire (NFP) ha ottenuto il 28% dei consensi. Le Pen con Ciotti arriva al 33,1%.

L'esultanza dei sostenitori di RN
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Più indietro, sul terzo gradino del podio, c'è lo schieramento del presidente Emmanuel Macron, che si è fermato al 20%. I Repubblicani (destra), che non hanno stretto un'alleanza con il RN per questa chiamata alle urne, si sono attestati al 6,57%.

Secondo i dati ufficiali, il Nuovo Fronte Popolare conta 32 candidati eletti deputati al primo turno rispetto ai 37 del Raggruppamento Nazionale. Tra questi la stessa Le Pen.

Ora si attende il secondo turno domenica prossima. L'estrema destra potrebbe ottenere la maggioranza assoluta all'Assemblea nazionale e la carica di premier per Bardella. Ma si guarda alla possibile alleanza tra macronisti e sinistra. Il presidente Macron ieri ha invitato all'unità chiedendo un blocco repubblicano e democratico per il secondo turno. 

Macron ha scelto di tornare alle urne tre settimane dopo il voto per le elezioni europee, che hanno certificato l'avanzata delle destre, con lo scioglimento anticipato dell'Assemblea nazionale a soli due anni dalla sua precedente elezione.

Vista l'importanza della posta in gioco, la tornata elettorale è stata caratterizzata da un forte aumento dell'affluenza, arrivata al 66,7%. Ora nel campo progressista è partito il gioco delle rinunce per favorire i candidati più capaci di battere l'estrema destra, con la combinazione tra le sinistre e i macroniani in cerca di una intesa per un eventuale maggioranza di larghe intese. Per essere eletto al primo turno alle legislative francesi, infatti, un candidato deve ottenere la maggioranza assoluta dei voti validi. Accedono al secondo turno tutti i candidati che hanno ottenuto almeno il 12,5% dei voti degli iscritti alle liste del collegio, con possibilità di ballottaggi triangolari.

Il secondo turno è in programma domenica prossima, luglio, ma la riconfigurazione finale dell'Assemblea dipenderà molto dalle dinamiche che si verificheranno in questa settimana tra eventuali ritiri e indicazioni di voto in ogni circoscrizione. "Intendo essere un primo ministro di coabitazione, rispettoso della Costituzione e della carica del Presidente della Repubblica, ma senza compromessi sulle politiche che attueremo al servizio della Francia", annuncia Bardella subito dopo il voto. In caso di maggioranza assoluta per i lepenistes all'Assemblea al termine del secondo turno il leader dell'estrema destra sarà "il primo ministro di tutti i francesi". Più netta Le Pen che ha parlato di "blocco macronista praticamente spazzato via" dopo il primo turno. La leader della destra ha già strappato la sua rielezione al primo turno. 

Di fronte al Rassemblement National, è giunto il momento di una manifestazione ampia, chiaramente democratica e repubblicana per il secondo turno", il commento al voto di Macron subito dopo la chiusura delle urne. Il presidente si è rallegrato della "grande affluenza" che "testimonia l'importanza di questo voto per tutti i nostri compatrioti e la volontà di chiarire la situazione politica". Tra i suoi candidati arrivati terzi hanno già anticipato che rinunceranno al secondo turno la ministra degli Esteri Marie Guevenoux e la sottosegretaria Sabrina Agresti-Roubach, invocando un voto contro il RN. Gabriel Attal ha sospeso l'attuazione della controversa riforma dell'assicurazione contro la disoccupazione, che doveva essere oggetto di un decreto da pubblicare il 1 luglio.