Roma, 28 ottobre 2023 – Tregua? Ni. Astenersi sulla richiesta di una tregua a Gaza apre l’ennesimo fronte tra governo e opposizione. La risoluzione non vincolante votata alle nazioni Unite alla quale hanno detto si 121 paesi, fra i quali Francia, Spagna, Slovenia e Portogallo in UE, mentre 14 (tra i quali stati Uniti, Austria e ovviamente Israele) hanno detto no e 44, tra i quali Italia, Regno Unito, Germania, Olanda e Svezia si sono astenuti.
“Noi – ha attaccato il segretario del Pd Elly Schlein – abbiamo condannato immediatamente gli attacchi terroristici di Hamas, ma questa strage va fermata e penso che sia stato un errore da parte dell’Italia non votare a favore della risoluzione Onu: chiamiamola tregua, chiamiamola cessate il fuoco ma fermiamo questa strage". "Per la pace – ha rincarato la dose il leader di M5s, Giuseppe Conte – ci vogliono schiena dritta e coraggio, non la codardia di un governo che dimostra di considerare le sofferenze dei civili un drammatico ma inevitabile effetto collaterale della guerra". Durissimi anche Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. E la piazza pro palestinese in Italia è vasta e molto motivata, con un diffuso antisemitismo, come si è visto alla manifestazione di ieri a Roma, alla quale hanno partecipato in 20 mila e e a margine della quale a viale Aventino, non molto distante da dove ha preso il via il corteo, un manifestante è riuscito a strappare la bandiera di Israele dalla sede della Fao e a darsi poi alla fuga. Poche ore dopo la bandiera è stata recuperate e restituita all’organizzazione dell’Onu.
Ma il governo è convinto di avere fatto la cosa giusta. "L’astensione dell’Italia – ha replicato la premier Giorgia Meloni – era la più equilibrata fra le posizioni possibili, e non a caso è stata la posizione della gran parte dei Paesi del Consiglio europeo, dei Paesi europei e di quelli del G7. Stiamo cercando di mantenere l’equilibrio".
“Nella risoluzione – ha spiegato l’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentate permanente all’Onu – manca la condanna inequivocabile degli attacchi di Hamas a Israele, manca il riconoscimento del diritto di difendersi di ogni Stato sotto attacco, in questo caso Israele, e non si menziona la richiesta del rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi del 7 ottobre". Priorità per l’Italia è lavorare alla de-escalation, e lavorare per a liberazione degli ostaggi. C’è piena disponibilità anche a portare a Gaza aiuti umanitari: la Difesa è già pronta con navi e aerei. Ma prima, dovrebbe esserci una tregua. Sulla quale però ci siamo astenuti.
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