Martedì 5 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Rischio guerra regionale. Le mosse di Biden per evitare l’escalation: "La linea rossa è il nucleare"

Attesa la vendetta degli ayatollah contro Israele dopo l’uccisione di Haniyeh. Secondo la Casa Bianca l’Iran potrebbe ridimensionare la sua reazione. L’analista militare: le centrali non saranno colpite, la risposta sarebbe devastante.

Rischio guerra regionale. Le mosse di Biden per evitare l’escalation: "La linea rossa è il nucleare"

Il fumo si alza dopo un attacco israeliano nel villaggio di Kfar Kila, in Libano

In bilico sul baratro. La comunità internazionale, americani in testa ma anche altri Paesi G7, russi e Paesi arabi, lavora per disinnescare il rischio di una guerra regionale in Medio Oriente. Secondo fonti citate dal Washington Post, gli americani sarebbero ottimisti sulla possibilità di convincere Teheran a contenere la sua risposta all’omicidio di Ismahil Haniyeh. "Il rischio di una guerra regionale devastante – scrive il quotidiano – rimane alto ma funzionari della Casa Bianca hanno affermato di credere che gli sforzi di Biden potrebbero dare i loro frutti". "L’Iran – dicono le fonti – potrebbe riconsiderare un piano per una rappresaglia importante anche se l’incognita è rappresentata da Hezbollah". "Gli Usa stanno lavorando duramente per tentare di evitare un’escalation – ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby – ma non possiamo essere sicuri al 100% di avere successo. È per questo che il presidente Biden ha ordinato l’invio di risorse militari aggiuntive nella regione". Tutti gli alleati sono impegnati.

"Stiamo lavorando giorno e notte – ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani – per convincere gli interlocutori anche più vicini all’Iran a spingere affinché Teheran non abbia una reazione sproporzionata. Naturalmente l’appello lo lanciamo anche ad Israele perchè tutte le parti in causa devono rendersi conto che superare un certo limite nello scontro significa poi dar vita a una guerra regionale che avrebbe delle conseguenze molto gravi". Se gli incastri vanno al posto giusto, sostengono a Washington, si riaprirebbe anche una possibilità per il cessate il fuoco a Gaza. "Siamo vicini più di quanto pensiamo di essere mai stati – ha detto ieri John Kirby – a garantire il rilascio degli ostaggi e un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza". Ma i margini di incertezza sono ampi.

Il problema è anche che tutti parlano di linee rosse da non superare ma una parte non sa davvero quale sia quella dell’avversario. "Nessuno sa quali siano le rispettive linee rosse – osserva lo storico militare Gastone Breccia –, ma quello che possiamo affermare è che un attacco iraniano ad una area civile israeliana che faccia perdite civili elevate, supererebbe la linea rossa israeliana e farebbe scattare un durissimo contrattacco che potrebbe portare a una spirale incontrollabile". "Quanto agli iraniani – prosegue Breccia –, la linea rossa sarebbe formalmente superata dopo l’eliminazione di Haniyeh sul suo suolo, ma anche qui, occorre leggere anche in controluce. L’eliminazione è stata davvero frutto di un attacco israeliano oppure ha coinvolto anche connivenze all’interno di strutture iraniane? A seconda della risposta, anche la linea rossa cambia e può diventare una vera linea rossa o una linea rossa di facciata, che richiede un attacco roboante quanto basta per soddisfare l’opinione pubblica".

"Di sicuro – conclude Breccia – la linea rossa vera che entrambi i contendenti rispettano è non toccare i siti nucleari. Gli iraniani perchè sanno che innescherebbero una devastante risposta israeliana, anche contro i siti di arricchimento iraniani. Israele perchè si riserva di colpire i siti iraniani solo se e quando Teheran arrivasse davvero vicino a dotarsi dell’atomica. L’Iran lo sa e quindi arricchisce l’uranio ma fino a un certo punto. Questa linea rossa è ben compresa da entrambi ed è una diga che per ora regge".