Le forze di difesa israeliane non allentano l’attacco contro Gaza. E iniziano a pompare acqua di mare nei tunnel di Hamas per distruggere l’infrastruttura sotterranea che ha sostenuto le operazioni del gruppo. Lo scrive il Wall Street Journal, citando dirigenti Usa informati delle operazioni dell’esercito israeliano. Nella Striscia si registrano 18.412 morti, secondo i dati del Ministero della Salute di Hamas, e i feriti sono 50mila. Mentre la possibilità di un cessate il fuoco è stata bloccata al Consiglio di sicurezza per il veto posto dagli Stati Uniti, dalle agenzie delle Nazioni Unite continuano a moltiplicarsi gli appelli a proteggere la popolazione e il lavoro degli operatori umanitari: "A Gaza è l’inferno in terra" ha scritto il direttore dell’Agenzia per i rifugiati palestinesi in Medio oriente (Unrwa), Philippe Lazzarini.
"Al G7 – ha detto l’Alto Rappresentante UE per la Politica Estera, Josep Borrell – avevamo richiesto che le attività militari di Israele a Gaza Sud non seguissero lo stesso schema di Gaza Nord ma il livello di distruzione a Gaza resta senza precedenti: tale orrore non può essere giustificato con l’orrore del 7 ottobre". E dure critiche sono venute anche da presidente americano Joe Biden.
"Questo – ha detto – è il governo più conservatore nella storia di Israele e non vuole una soluzione a due Stati. Una delle cose che Bibi capisce è che la sicurezza di Israele è affidata agli Stati Uniti ma ora, ha più degli Stati Uniti, ha l’Unione Europea, ha gran parte del mondo che li sostiene. Ma stanno iniziando a perdere questo sostegno a causa dei bombardamenti indiscriminati in corso. Israele deve prendere delle decisioni difficili – ha aggiunto Biden – Netanyahu è un buon amico ma credo che debba cambiare" gli elementi più estremisti del suo governo che stanno rendendo difficile il sostegno ad Israele. Netanyahu tuttavia ha ribadito per l’ennesima volta che la sua posizione non cambia. "Gaza non sarà un Hamastan e nemmeno un Fatahstan",
Le Forze della difesa israeliana hanno intanto recuperato i corpi di Aden Zakaria e del maresciallo Ziv Dado, che erano stati presi in ostaggio da Hamas lo scorso 7 ottobre e portati nella Striscia di Gaza. Nell’operazione due militari sono rimasti uccisi ed altri ancora sono stati feriti.
"ll conflitto in corso nella Striscia di Gaza può diffondersi nell’intera regione" ha ribadito il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian. E a questo lavora attivamente Teheran che nel mar Rosso ha da tempo attivato il suo “proxy“, gli Houthi yemeniti.
Gli Houti si sono concentrati sul traffico marittimo nel Mar Rosso, cercando di colpire navi che a loro dire sono israeliane o navigano verso Israele. Lunedì un loro missile ha colpito una nave battente bandiera norvegese, la “Strinda“, a circa 60 miglia nautiche a nord dello stretto di Bab al-Mandeb, che separa la penisola arabica dall’Africa. E ieri una nave francese, la fregata multi missione “Languedoc“, "ha intercettato e distrutto un drone che minacciava direttamente la “Strinda“ – ha fatto sapere Parigi – e si è poi piazzata in protezione della nave colpita, impedendo il tentativo di dirottamento dell’imbarcazione".
Gli Houthi ieri hanno rivendicato l’attacco alla nave, annunciando che "continueranno a impedire a tutte le navi, di qualsiasi Paese, di arrivare ai porti israeliani navigando nel mar Rosso fin quando non arriveranno generi alimentari e medicinali ai fratelli a Gaza". In risposta gli Stati Uniti hanno avvertito i ribelli Houthi che il piano di pace per lo Yemen, negoziato con l’Arabia Saudita , "fallirà se continueranno gli attacchi alle navi mercantili".
Alessandro Farruggia