Martedì 15 Ottobre 2024

Dal virus Rift Valley alla febbre del Congo: perché la salute dell'Europa dipende anche da quella dell’Africa

I due pericolosi virus potrebbero uscire dal continente. Nicola D’Alterio, direttore generale dell'Istituto zootecnico sperimentale di Teramo: “Devono essere combattuti per tempo, dalla salute dell’Africa dipende quella dell’Europa”

La salute dell'Africa influenza quella dell'Europa e dell'Italia (immagine d'archivio)

La salute dell'Africa influenza quella dell'Europa e dell'Italia (immagine d'archivio)

Roma, 15 ottobre 2024 – Se non combattuti per tempo, due nuovi pericolosi virus, molto presenti in Africa, potrebbero arrivare in Europa: si tratta della febbre Rift Valley e della febbre del Congo. Ma anche più in grande, la salute del continente africano è fondamentale anche per la salute in quello europeo. 

È l’opinione di Nicola D’Alterio, Direttore Generale dell'Istituto zootecnico sperimentale di Teramo, che ha appena chiuso i lavori dell'evento scientifico "One Health Award". L’Istituto, che nel 1991 è stato nominato dal Ministero della Salute come Centro di referenza Nazionale per lo studio e l'accertamento delle malattie esotiche degli animali, ha tra i suoi obiettivi principali lo studio di nuovi virus africani, per sconfiggerli o per ridurre la pericolosità prima che arrivino in Europa e anche in Italia. 

Nicola D’Alterio, Direttore Generale dell'Istituto zootecnico sperimentale di Teramo
Nicola D’Alterio, Direttore Generale dell'Istituto zootecnico sperimentale di Teramo

Secondo le previsioni degli esperti, nel 2050 nel continente africano vivranno più di 2 miliardi di persone, con condizioni igenico-sanitarie precarie. Per questo, secondo D’Alterio, è necessario intervenire subito, prima che l’area diventi terreno fertile per la nascita e lo sviluppo di nuovi virus. 

“Siamo di fronte a una crisi globale” afferma John Nkengasong, virologo e consulente dell'amministrazione Biden per le malattie infettive, perché ciò che prima era locale ora oltrepassa ogni confine.

La Rift Valley Fever

La Rift Valley Fever (RVF) è una zoonosi virale che colpisce principalmente gli animali, ma che può infettare anche l'uomo, causando gravi malattie. Come si legge sul sito dell’Oms, il virus della RVF appartiene al genere Phlebovirus ed è stato identificato per la prima volta nel 1931 durante un'indagine su un'epidemia tra le pecore di un allevamento nella Rift Valley del Kenya.

Da allora sono stati segnalati focolai nell'Africa subsahariana e sono seguite una serie di epidemie in diversi Stati del continente: nel 1977 è stata segnalata un'epidemia esplosiva in Egitto, dove il virus della RVF è stato introdotto attraverso il commercio di bestiame infetto; nel 1997-98 si sono registrate epidemie in Kenya, Somalia e Tanzania a seguito di un evento El Niño e di estese inondazioni.

Nel settembre del 2000, a seguito del commercio di bestiame infetto dal corno d'Africa, la RVF si è diffusa in Arabia Saudita e Yemen, segnando la prima segnalazione della malattia al di fuori del continente africano e sollevando la preoccupazione che potesse estendersi ad altre parti dell'Asia e dell'Europa.

La febbre del Congo

La febbre emorragica di Crimea-Congo (CCHF), conosciuta anche come febbre del Congo, è una malattia causata da un virus trasmesso dalle zecche (Nairovirus) della famiglia Bunyaviridae. Il virus CCHF causa gravi epidemie di febbre emorragica virale che, secondo l’Oms, ha un tasso di mortalità che varia dal 10 al 40%. È endemica in Africa, nei Balcani, in Medio Oriente e nei Paesi asiatici a sud del 50° parallelo nord, ovvero il limite geografico del principale vettore delle zecche.