Mercoledì 12 Marzo 2025
GIOVANNI ROSSI
Esteri

Riarmo Ue Minacce russe

"Adotteremo contromisure". Ma Putin apre al cessate il fuoco. .

Bombardamento russo. a Kharkiv, nell’Ucraina nord-orientale

Bombardamento russo. a Kharkiv, nell’Ucraina nord-orientale

L’Europa che si riarma contro la prepotenza della Russia e a difesa dell’Ucraina scatena la stizzita reazione del Cremlino e l’ennesima bordata dalla Casa Bianca: "Credo a Putin. L’Ucraina non ha le carte", è lo schiaffo quotidiano di Donald Trump. Dopo i botta e risposta delle ultime ore tra Vladimir Putin ed Emmanuel Macron, Mosca mette in conto a Parigi anche il cielo ucraino solcato dai Mirage donati dalla Francia a Kiev. È la prima volta, e l’evento ha valore sul piano simbolico oltre che militare.

La Russia contesta l’attivismo di Parigi: dall’ombrello nucleare offerto ai paesi Ue alla spinta per il riarmo comunitario, per finire alla leadership congiunta con Londra nella coalizione di volenterosi per garantire una pace credibile in Ucraina. Martedì a Parigi riunione di una ventina di Paesi a livello di Capi di stato maggiore; poi mercoledì vertice dei ministri della Difesa di Francia, Germania, Italia, Polonia e Regno Unito per "coordinare il sostegno a Kiev". Mosca non gradisce il crescente impegno europeo. "Questa militarizzazione è fonte di grande preoccupazione. Potremmo essere costretti ad adottare contromisure appropriate", tuona il portavoce Dmitry Peskov, tacendo che Mosca investe già il 7% del Pil in spese militari (circa il triplo dell’attuale media Ue).

Si tratta di minacce rituali accompagnate da inattese aperture. Secondo Bloomberg, la novità è che Putin sarebbe disponibile a discutere una tregua in Ucraina come precondizione di un pur difficile accordo di pace definitivo (per lui i territori conquistati sono già Russia), così da togliere l’iniziativa a Kiev (per la quale ogni zolla va invece restituita). La condizione ulteriore è che i parametri di un’eventuale missione di peacekeeping vengano subito stabiliti.

La virata in corso si sposa al pressing asimmetrico di Trump su aggressore e aggredito: "Non so se vogliono un accordo. Se non vogliono, ce ne andiamo", promette il tycoon tornando a evocare "la terza guerra mondiale". La Casa Bianca da un lato prospetta alla Russia nuove "sanzioni bancarie su larga scala", dall’altro ne legittima la debordante offensiva. The Donald pensa infatti che Putin "stia facendo quello che farebbe chiunque altro, stia colpendo più forte di quanto abbia mai fatto prima", e "che probabilmente chiunque in quella posizione farebbe", è il riconoscimento tra pari. Quindi, secondo Trump, adesso l’Ucraina "deve stare in campana" (e sottomettersi alla pace di Cremlino e Casa Bianca), senza farsi illusioni di soluzioni geniali da Ue e Regno Unito, perché l’Europa "non sa come mettere fine alla guerra" mentre lui sì. Kiev e partner vengono così accomunati dallo stesso trattamento: quasi nemici anziché alleati da considerare. Perché al tycoon interessano solo i rapporti di forza e su questa valutazione fonda le sue mosse: "Penso che stiamo facendo molto bene con la Russia. Trovo più difficile, francamente, trattare con l’Ucraina".

La reazione di Kiev è tempestiva. Mentre il team diplomatico prepara con l’omologo staff Usa l’annunciato bilaterale di martedì a Gedda, Zelensky aderisce alla velocità pretesa dalla Casa Bianca: "Il tema è chiaro, la pace il prima possibile", scrive sui social. Intanto i presidenti del Consiglio europeo, Antonio Costa, e della Commissione, Ursula Von der Leyen, allineano i leader extra Ue di Gran Bretagna, Canada, Turchia, Norvegia e Islanda sul voto dei 27 per il ReArm Europe con misure fino a 800 miliardi di euro. Keir Starmer applaude da Londra, mentre il leader turco Recep Tayyp Erdogan batte cassa in quota Nato: "Riteniamo che non vi sia alcuna giustificazione per escluderci dai programmi di approvvigionamento e ricostruzione di prodotti per la difesa Ue".