Sabato 27 Luglio 2024
MONICA GUERCI
Esteri

Repubblicani Usa: l’ascesa di Nikki Haley al quarto duello tv. “Basta col caos di Trump”

La candidata del partito repubblicano al centro del dibattito: 51 anni, di origine indiana, ex ambasciatrice all’Onu, sta salendo alla ribalta quale miglior credibile alternativa all’ex presidente

La candidata del partito Repubblicano, Nikki Haley (Ansa)

La candidata del partito Repubblicano, Nikki Haley (Ansa)

Washington, 7 dicembre 2023 – Primarie repubblicane: a 40 giorni dall'inizio della corsa per la nomination, nell'esplosivo quarto dibattito, che si è svolto la notte scorsa in Alabama è Nikki Haley a confermarsi la più temibile e credibile rivale di Donald Trump. Assente l’ex presidente, che continua a disertare il confronto con gli avversari, forte del suo ampio vantaggio nei sondaggi di oltre 40 punti. Sul palco solo i quattro candidati - l'ex ambasciatrice all'Onu Nikki Haley, il governatore della Florida Ron DeSantis, l'ex governatore del New Jersey, Chris Christie, e l'imprenditore Vivek Ramaswamy — hanno passato due ore attaccandosi praticamente su tutto, anche a livello personale, tra tutti Haley la più bersagliata. Ramaswamy ha definito Haley "Dick Cheney con il rossetto", riferendosi all'ex vice presidente di George Bush, esponente del partito repubblicano tradizionale, mentre DeSantis ha accusato la repubblicana di "cedere ogni volta che la sinistra l'attacca". "Adoro tutta questa attenzione ragazzi, grazie", ha scherzato l'ex ambasciatrice Usa all'Onu che in poche settimane è passata dal 4 al 10% nei sondaggi”.

Fischi dal pubblico

Da convitato di pietra, l'ex presidente si è dimostrato ancora una volta il vero vincitore del dibattito: il pubblico ha fischiato Christie quando ha parlato - come si sta facendo molto negli ultimi giorni negli Usa - del rischio di un secondo mandato autoritario di un Trump in cerca di vendette. Ed ha fischiato con ancora più forza all'ex governatore del New Jersey quando questo ha detto che a novembre l'ex presidente potrebbe non poter votare, riferendosi a una possibile condanna per i 91 capi di imputazione che Trump fronteggia in 4 diversi processi.

Ron De Santis l’ex favorito

Anche DeSantis ha tentato di avanzare delle critiche a Trump, affermando che non ha mantenuto la promessa di "drain the swamp", prosciugare la palude della corruzione politica di Washington, confermando come il governatore della Florida punti allo stesso elettorato 'arrabbiato' che ha fatto vincere il tycoon. Ed è proprio questo che sta ormai mettendo in difficoltà da mesi quella che la scorsa estate sembrava la scontata ascesa di DeSantis al ruolo di diretto sfidante di Trump, un posto che sempre più sembra invece destinato a Haley, come conferma il fatto che la repubblicana è stata la più attaccata durante il dibattito. Se il dibattito di ieri era il duello finale tra Haley e DeSantis per il secondo posto, a grande distanza, da Trump, la repubblicana appare aver vinto lo scontro, tenendo botta ai continui attacchi degli avversari, soprattutto di DeSantis che ha cercato di descriverla come il prodotto di un vecchio establishment repubblicano. Cosa che invece in questo momento sta facendo la forza dell'ex governatrice della South Carolina, perché sta raccogliendo i sostegni degli esponenti repubblicani, preoccupati dall'eventualità di una nomination a Trump, e convinti che la 51enne di origine indiana potrebbe raccogliere più voti, a novembre, tra indipendenti, donne e minoranze.

L’ascesa di Nikki Haley

Haley si è distinta negli ultimi mesi per le posizioni più moderate rispetto ai suoi rivali sull'aborto e così si è avvicinata a Ron DeSantis, la cui popolarità è crollata negli ultimi mesi. Il governatore della Florida, che ha preso posizioni scioccanti sulle questioni LGBT+ o sull’immigrazione, è accusato di mancanza di carisma. Ora è dietro a Donald Trump di oltre 48 punti, secondo l`aggregatore di sondaggi RealClearPolitics. Haley la scorsa sera non solo si è difesa da DeSantis ma ha contrattaccato: "Ron continua a mentire perché sta perdendo", ha detto riferendosi all'arretramento nei sondaggi del governatore della Florida. E quando lui l'ha accusato di avere il sostegno dei grandi finanziatori liberal, ha fatto il suo affondo: "è arrabbiato perché i finanziatori di Wall Street che lo sostenevano ora appoggiano me

L’attacco di Ramaswamy

Mentre la candidata invece ha freddato Ramaswamy che l'accusava di essere corrotta: "non vale la pena neanche perdere tempo a rispondere". Haley à rimasta sempre stoicamente calma, respingendo con abilità tutti gli attacchi, anche sulla Cina, e lanciando nel finale una sfida a Trump: “Dobbiamo fermare il caos, ma non è possibile sconfiggere il caos democratico con il caos repubblicano. E questo è ciò che ci dà Donald Trump. Il mio approccio è diverso: niente drammi, niente vendette, niente piagnucolii”.

Forse ieri notte Haley non avrà ridotto di molto la distanza di oltre 40 punti da Trump, ma è riuscita a continuare a convincere i finanziatori - e quindi riempire le casse per la campagna tutta in salita contro il tycoon - e a costruire il 'momentum', lo slancio, per poter sperare in un risultato a sorpresa con l'inizio effettivo della corsa per le nomination, con i caucus in Iowa il 15 gennaio e poi le primarie in New Jersey il 23.

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