Domenica 24 Novembre 2024
BRUNO VESPA
Esteri

Il reportage: alla frontiera con la Russia. Finlandia blindata dopo la svolta atlantista. Ma c’è chi vuole il dialogo

Viaggio a Imatra, la città più vicina al confine con Mosca tornata ostile. Helsinki è entrata nella Nato per ragioni di sicurezza. Ora cresce il malcontento

Imatra (Finlandia), 16 agosto 2024 – Ho voluto vedere con i miei occhi le conseguenze fisiche dell’adesione della Finlandia alla Nato. Sono andato a Imatra, 260 chilometri a Nord est di Helsinki, la città finlandese più vicina al confine russo che si estende per 1340 chilometri, dalla Lapponia alle coste meridionali affacciate su San Pietroburgo. Ancora cinque chilometri e invece di un segnale di confine presidiato dalle guardie di frontiera, ho trovato uno sbarramento fisico non vigilato, ma impenetrabile. I cartelli che in quattro lingue (finnico, svedese, inglese e russo) indicano il percorso per mostrare i passaporti sono dal 4 aprile 2024 fantasmi affacciati su una rottura storica.

omaggio
La barriera fisica che separa plasticamente la Finlandia dalla Russia
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La Finlandia è uno Stato indipendente soltanto dal dicembre del ’17, quando approfittando della Rivoluzione russa se la svignò dall’impero zarista. I Rossi, filorussi, furono sconfitti dai Bianchi (filotedeschi) e nacque un brevissimo Regno, seguito, dal 1919, dalla Repubblica tuttora esistente. Nel ’39 la Russia attaccò ed inghiottì i minuscoli Paesi baltici (Lettonia, Estonia e Lituania) ma trovò In Finlandia un’eroica resistenza: 150mila soldati finnici contro 400mila russi. "Non sapremo dove mettere tutti i prigionieri russi", ironizzarono i finnici . Furono così bravi che i russi per prendersi una parte della Carelia e lo sbocco strategico al mare di Barents dovettero aspettare la ’guerra di continuazione’ del ‘41. Nel dopoguerra nacque la ‘finlandizzazione’, cioè un’autonomia vigilata da Mosca. L’eroe nazionale di questo periodo fu Urho Kekkonen, presidente della Repubblica per 26 anni fino al 1982. Sono andato nella sua residenza immersa nel verde: spaziosissima, piena di sale di rappresentanza, ma complessivamente sobria. La camera da letto principale era della moglie, lui dormiva in uno studio con divano letto. Kekkonen fu un maestro di equilibrismo. Quando Breznev gli disse che sarebbe stato bella riunire la Finlandia alla Russia, rispose: "Certo, ma sono troppo vecchio per guidare un impero così grande").

Unirsi alla Nato per un Paese tradizionalmente neutrale come la Finlandia è stato un sollievo e un trauma. Da un lato la sicurezza, dall’altro la perdita dell’autonomia psicologica. Tanto è vero che proprio pochi giorni fa la direttrice del più importante giornale finlandese si chiedeva se non fosse il caso di compiere piccolissimi passi in vista di un dialogo lontano ma inevitabile. In Finlandia il centrodestra è tornato al governo l’anno scorso e ha conquistato la presidenza della Repubblica all’inizio di quest’anno. Dopo una recessione del ‘23, quest’anno l’economia è in ripresa, ma il rapporto debito/pil del 75 per cento è giudicato insopportabile (il nostro è 141) con l’incubo che possa arrivare all’80 per cento. Perciò tagli al sistema sociale e aumento dell’Iva dal primo settembre prossimo dal 24 al 25,5 per cento. Nessun taglio alla Baby-box: una scatola di cartone che dal 1938 arriva alle madri a basso reddito con tutto l’abbigliamento e i piccoli servizi che accompagnano il bambino oltre la dentizione.

La scatola è peraltro una culla perfetta. Ma in altri campi il famoso welfare scandinavo da molto tempo perde colpi. Chi lavora (pubblico o privato) ha una buona assicurazione integrativa e va dai medici migliori. Chi non lavora ha un servizio sanitario nazionale giudicato insoddisfacente. Anche i miti più resistenti cadono.