Mercoledì 17 Luglio 2024
ALEX LUNG
Esteri

Guerre, tensioni, povertà: le regioni del mondo più a rischio nel 2024

Non solo Ucraina e Palestina: la Croce Rossa ha stilato la classifica dei 20 paesi che necessiteranno di assistenza umanitaria nel prossimo anno

I paesi nella watchlist della Croce Rossa

I paesi nella watchlist della Croce Rossa

Roma, 30 dicembre 2023 – Se il 2023 è stato un anno ricco di conflitti e tensioni, specie in determinate aree del mondo, purtroppo chi si aspetta un 2024 più pacifico e disteso potrebbe rimanere deluso. Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha individuato, nel report “At a Glance: 2024 Emergency Watchlist”, 20 Stati da tenere sott’occhio nel corso dei prossimi 12 mesi per via del sostegno umanitario di cui hanno o potrebbero avere bisogno: assieme, le popolazioni di questi paesi rappresentano l’86% delle persone che necessiterebbero di aiuti umanitari nel mondo. In particolare, l’attenzione è posta sui primi 10 in classifica: molti di essi sono teatro di guerre e sofferenze diffuse, ma non trovano una risonanza molto forte nei media e nelle opinioni pubbliche del mondo occidentale.

1. Sudan

Se si parla di “conflitti invisibili” agli occhi dei più, quello in Sudan ne è certamente un esempio calzante. Da ormai 8 mesi il Paese vede lo scontro tra l’esercito nazionale e vari altri gruppi in seguito al terzo tentativo di colpo di Stato in 4 anni. Buona parte del territorio statale è controllato dalle Forze di supporto rapido, milizie paramilitari che in precedenza rispondevano al governo. 6 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case e 19 milioni di bambini sono rimasti senza istruzione per via della chiusura delle scuole. 

2. Palestina

L’impegno di Israele in quella che potrebbe essere una lunga campagna militare su ampia scala potrebbe far entrare nel conflitto le forze anti-israeliane con sede in Libano e in Siria, e ciò fa temere alla Croce Rossa conseguenze di rare proporzioni per la popolazione civile. Un eventuale esodo di massa dei palestinesi verso l’Egitto potrebbe causare una delle più grandi crisi umanitarie degli ultimi decenni.

3. Sudan del Sud

Il paese resosi indipendente 12 anni fa resta uno dei più poveri al mondo, con il 67,3% della popolazione che, secondo gli ultimi dati disponibili nel 2016-2017, vive sotto la soglia di povertà media internazionale. L’aspettativa di vita si aggira appena sui 55 anni e il reddito annuale è di circa 768 euro all’anno, sulla base delle stime di Disaster Philantropy.

4. Burkina Faso

Il contesto è abbastanza simile a quello sudanese: il Burkina Faso fa parte della cosiddetta “cintura golpista”, ed è infatti retto da una giunta militare che controlla a mala pena il 60% del territorio. Tra i vari gruppi che hanno preso il potere in alcune regioni troviamo quelli islamici di stampo jihadista, vicini ad Isisi e al-Qaeda e particolarmente problematici per l’esercito burkinabe. Secondo i dati dell’Onu, il conflitto ha comportato 2,6 milioni di civili sfollati.

5. Myanmar

Dopo anni in cui libere elezioni e il governo democraticamente eletto guidato da Aung San Suu Kyi, la situazione è nuovamente precipitata nel caos con un colpo di Stato di fazioni dell’esercito nel 2021. In realtà, alcuni conflitti non si erano mai assopiti, come le violenze nei confronti della minoranza di fede islamica dei Rohingya. In particolare, le forze della giunta militare si stanno riprendendo dopo un pesante attacco unitario da parte di diversi gruppi avversari, ma devono fare i conti con una lunga serie di diserzioni tra i propri soldati.

6. Mali

A gennaio, la guerra in Mali sarà iniziata da 12 anni, causata dalla dichiarazione d’indipendenza della regione dell’Azawad. Più di 300 mila persone hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni come conseguenza. Nel conflitto, il governo statale è minacciato dal movimento indipendentista dell’Azawad e da vari gruppi islamici fondamentalisti.

7. Somalia

In Somalia le forze jihadiste di Al-Shabaab, nel 2024 al loro ventesimo anno di attività, continuano a lottare per la fondazione di uno Stato islamico. Si tratta in realtà di un conflitto lungo, incominciato negli anni Ottanta e mai realmente terminato, che ha portato alla morte di centinaia di migliaia di persone (secondo altre fonti, invece, il numero salirebbe ad oltre un milione) e a una cifra di sfollati tra le 2 milioni e le 3,8 milioni di unità.

Le altre ‘osservate speciali’

A preoccupare la Croce Rossa è anche l’Etiopia, che da 3 anni è martoriata da un conflitto interno con le regioni del Tigray e dell’Oromia. Una grande minaccia ai civili è rappresentata dal gruppo jihadista Boko Haram, le cui attività si concentrano in Nigeria e Camerun, sede anche di violenti scontri tra anglofoni e francofoni. Senza dimenticare poi la guerra tra Russia e Ucraina, con quest’ultima che rischia – secondo gli analisti – di rimanere più sola durante il 2024 per via dell’impegno elettorale nell’Unione Europea e negli Stati Uniti. Putin non ha mai smesso di sperare in una vittoria, che punta a realizzare in primavera, con uno spettro che spaventa l’Occidente, Zelensky e soprattutto la popolazione civile: una spartizione del Paese