Giovedì 23 Gennaio 2025
REDAZIONE ESTERI

Il magnate René Benko arrestato in Austria: era ricercato anche in Italia. Di cosa è accusato

Gli sviluppi dell’inchiesta sul crac della Signa Holding: “Aveva richieste di risarcimento per 2,5 miliardi di dollari ma si pagava l’affitto di una villa da 238mila euro al mese”. La procura di Trento aveva spiccato un mandato di arresto a dicembre nell’ambito di un’indagine per corruzione nell’edilizia pubblica, ma le autorità austriache avevano rigettato la richiesta

René Benko (Imagoeconomica)

René Benko (Imagoeconomica)

Vienna, 23 gennaio 2025 – E’ stato prelevato stamani alle 8.15 nella sua villa di Innsbruck il magnate austriaco René Benko. E’ in custodia cautelare per il crac miliardario della sua azienda, Signa Holding. Benko è indagato in altri tre Paesi tra cui l’Italia. La procura antimafia di Trento aveva emesso un mandato di arresto contro di lui lo scorso dicembre nell’ambito dell’inchiesta che ha coinvolto in Trentino Alto Adige decine di amministratori locali e imprenditori accusati a vario titolo di truffa, influenze illecite e corruzione. Ma la costituzione austriaca non ammette l’estradizione per presunti reati per i quali possono essere indagati anche in Austria. Dunque la richiesta era stata respinta. 

Fondi nascosti

Secondo la Procura anticorruzione di Vienna Benko avrebbe falsificato fatture e tentato di nascondere la sua fortuna a fronte del fallimento della società. Parte delle indagini ruotano intorno alla Fondazione Laura, ente privato gestito formalmente della madre che però pagava l’affitto ‘monstre’ della villa dove Benko vive con il figlio, 238.500 euro mensili. Per gli inquirenti l’imprenditore ne era il “proprietario effettivo”. Tutto questo ai danni dei creditori. 

Secondo quanto scrive il Kronen Zeitung, l’accusa mossa dagli inquirenti austriaci contro Benko è di “lesione dolosa degli interessi dei creditori” nell'ambito della procedura concorsuale di Signa, azienda nata nel 2000 con sede anche in Italia. Per il tribunale la misura cautelare è legittimata dal rischio di inquinamento delle prove e di ripetizione del reato.

Il crac di Signa

L’imprenditore si troverebbe ora nel carcere di Innsbruck - ‘Zieglstadl’- in attesa di interrogatorio. Benko aveva “rastrellato miliardi con l'intricata struttura della sua azienda Signa. – scrive ancora in quotidiano –. Il suo impero è crollato a causa della sue dimensioni, come l’Impero Romano”. Una mala gestione che ha portato nel giro di 23 anni a una montagna di debiti e che alla fine è implosa sfociando nel 2023 nel più grande fallimento della storia austriaca. 

L'imprenditore austriaco aveva costruito un ampio portafoglio con il suo Signa Group, che includeva i grandi magazzini tedeschi KaDeWe e Galeria. L'aumento dei tassi di interesse, dei prezzi dell'energia e dei costi di costruzione ha portato al crollo della complessa struttura aziendale. Secondo l'amministratore fallimentare, le richieste di risarcimento nei confronti di Benko ammontano a circa 2,4 miliardi di euro (2,5 miliardi di dollari).

I finanziamenti Covid

Benko è anche indagato per presunta frode riguardante i finanziamenti statali per la pandemia di Coronavirus. Sotto la lente ci sono i fondi utilizzati per il lussuoso Chalet N nella stazione sciistica austriaca di Lech am Arlberg. Ci si chiede se siano stati utilizzati come sostegno economico durante la pandemia o se siano piuttosto stati sottratti per altri scopi.