Domenica 23 Marzo 2025
REDAZIONE ESTERI

Trump e la geopolitica dei regali: dal misterioso ritratto, al “pallone-spia”. E c’è il giallo della cintura di Usik

Capi di Stato omaggiano il tycoon con doni sempre più sorprendenti e unici, come il cercapersone d’oro consegnato da Netanyahu. Mistero sul ritratto del tycoon commissionato da Putin al miglior artista russo

Trump e la geopolitica dei regali: dal misterioso ritratto, al “pallone-spia”. E c’è il giallo della cintura di Usik

Roma, 24 marzo 2025 – Omaggiato come un faraone. Il nuovo corso imposto alle relazioni internazionali da un Donald Trump che spariglia le regole della diplomazia e promette dazi e tagli agli aiuti Usa, ha cambiato anche la geopolitica del dono all’inquilino della Casa Bianca. E così, fin dal suo insediamento, i regali al tycoon sono diventati sempre più preziosi e unici, quasi un simbolo del rispetto e della fedeltà dei vari capi di Stato al presidente statunitense.

Due doni ricevuti da Trump: il pallone dei mondiali in Russia consegnato da Putin nel primo mandato e la cintura del campione mondiale di boxe portata in dono da Zelensky nell'incontro alla casa Bianca
Due doni ricevuti da Trump: il pallone dei mondiali in Russia consegnato da Putin nel primo mandato e la cintura del campione mondiale di boxe portata in dono da Zelensky nell'incontro alla casa Bianca

Il dono dello zar: un ritratto di Trump 

L'ultimo dono destinato a Trump è quello consegnato dal presidente russo Vladimir Putin all'inviato Usa Steve Witkoff in missione a Mosca: "Un bellissimo ritratto di Trump", secondo la definizione dello stesso mediatore americano. Il dipinto, un olio su tela, secondo quanto si apprende è stato commissionato al miglior artista russo. Lo stesso Putin, consegnandolo a Witkoff ha raccontato che quando hanno sparato a Trump (durante il comizio in Pennsylvania) lui è andato in chiesa a pregare per il tycoon, perché lo considera suo amico.

“Ho portato il ritratto a Trump e gli ho raccontato tutto ciò, ed è stato chiaramente toccato”, ha raccontato Witkoff. Sulle caratteristiche del dipinto a olio è invece mistero: il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha voluto mantenere il massimo riserbo, limitandosi a parlare di "un dono personale" senza far trapelare particolari.

Putin e il “pallone-spia” alla Casa Bianca

Non è la prima volta che lo zar russo omaggia Trump: nel luglio del 2018, durante una conferenza congiunta a Helsinki, Putin regalò al tycoon il pallone ufficiale dei Mondiali di Russia, un pallone di ultima generazione dell'Adidas con i colori della Russia, Paese ospite dei Mondiali 2018, ma anche con il logo del sistema Nfc (Near-field communication). Il sistema, attraverso un chip può trasmettere dati a un dispositivo elettronico posizionato nelle immediate vicinanze: smartphone, tablet o personal computer. Il logo, visibile nelle foto scattate in occasione della consegna del dono al presidente Usa, scatenò sui media l’ipotesi che potesse trattarsi di un “pallone-spia” contenente un chip al suo interno. 

Il cercapersone d’oro donato da Bibi

Tra i regali apparentemente più graditi da Trump e ricevuti nel suo secondo mandato c’è il cercapersone d’oro consegnato da Benjamin Netanyahu, un chiaro riferimento all'attacco di settembre contro Hezbollah. Le esplosioni provocate dai piccoli dispositivi provocarono la morte di 39 persone e il ferimento di altre tremila, compresi civili e bambini in Libano. Trump, ricordando l'evento, lo avrebbe descritto come una "grande e meravigliosa operazione".

Un regalo di certo non convenzionale, come l’incontro tra i due leader (al limite del protocollo), che non hanno mai nascosto i loro buoni rapporti. Oltre al cercapersone d'oro con la scritta “usare con due mani”, Bibi ne avrebbe consegnato all’amico Donald anche uno “normale”.

Zelensky e il “giallo” della cintura di Usyk

C’è un altro regalo che invece è diventato oggetto di un piccolo “giallo”: la cintura del campione mondiale dei pesi massimi di pugilato, l'ucraino Oleksandr Usyk, che sarebbe stata portata in dono da Volodymyr Zelensky, il giorno dell’ormai famigerata visita in cui il tycoon e il suo vice Vance hanno attaccato il presidente ucraino davanti ai media. Data la piega assunta dal colloquio, Zelensky non è mai riuscito a consegnare il suo prezioso quanto simbolico dono al presidente americano. La cintura d’oro è rimasta poggiata su un tavolino accanto alla poltrona di Zelensky per tutto l'infuocato incontro.

Prima che il colloquio finisse male, il presidente ucraino riuscì invece a consegnare a Trump un faldone con le foto delle vittime, tra le quali diversi bambini, degli attacchi russi e dei prigionieri di guerra ucraini. "Non so che fine abbia fatto la cintura, forse è ancora lì sul tavolino", ha raccontato in seguito Zelensky al Time. Ma questa è un’altra storia.