Lunedì 4 Novembre 2024

Referendum Catalogna, scontri e feriti. Rajoy: "La maggioranza ha ignorato la sceneggiata"

La Guardia Civil fa irruzione, la polizia locale non interviene. Aperte 6 inchieste. 844 feriti, 2 gravi. Barcellona, match a porte chiuse. Catalogna: "Porteremo la Spagna alle corti internazionali". Martedì sciopero generale. 'Sì' all'87% Catalogna, cosa succede dopo il voto. Verso una soluzione soft

Scontri davanti ai seggi in Catalogna - Ansa

Scontri davanti ai seggi in Catalogna - Ansa

Barcellona, 1 ottobre 2017 - Tensione altissima in Catalogna dove oggi si è votato - fino alle 20 - per il referendum indipendentista dichiarato incostituzionale. Sono almeno 300 i seggi chiusi dalle forze dell'ordine in Catalogna per impedire il voto. Per tutto il giorno sono andati avanti gli scontri tra manifestanti e Guardia Civil (la polizia nazionale), che ha anche sparato proiettili di gomma per disperdere la folla, mentre i Mossos d'Esquadra, la polizia locale catalana, stavano presidiando i seggi senza intervenire, incassando l'applauso dei cittadini. Per questo sono state aperte sei inchieste. Agenti antisommossa spagnoli hanno caricato con i manganelli un gruppo di vigili del fuoco catalani, in divisa e con il casco, che stavano presidiando un seggio in cui si votava per il referendum catalano. 

Sul fronte dei feriti, è salito ad almeno 844 il bilancio provvisorio degli scontri. Due i feriti gravi: un uomo centrato da un proiettile di gomma ad un occhio ed un anziano colpito da infarto dopo la carica della polizia nel seggio di Lleida. Sul fronte opposto, il ministero del'Interno spagnolo ha riferito di 12 agenti feriti. Quattro le persone arrestate, tra cui un minore.

Secondo le prime proiezioni nel referendum i 'Sì' hanno vinto con l'87%, mentre il 9% ha votato 'no', il 3% scheda bianca e l'1% risulta nullo. Lo riferisce El Periodico, riportando le proiezioni diffuse dal Partito Democrates de Catalunya e precisando che si riferiscono allo scrutinio di 200 schede in 50 seggi.

In serata ha parlato il premier spagnolo Mariano Rajoy, che ha tuonato: "Oggi non c'è stato alcun referendum, è chiaro a tutti. Il nostro stato di diritto mantiene la sua forza e resta in vigore, reagisce di fronte a chi vuole sovvertirlo", ha aggiunto. "La maggioranza dei catalani non ha voluto partecipare a sceneggiata dei secessionisti. Senza clamore ha ignorato la chiamata alle urne". I catalani, ha aggiunto il premier, "sono stati ingannati" dagli organizzatori del referendum.

Il governo catalano dice che "lo stato spagnolo dovrà rispondere della violenza esercitata contro la Catalogna davanti ai tribunali internazionali". Anche il Barcellona "condanna gli eventi che hanno avuto luogo in molte parti della Catalogna oggi, allo scopo di impedire ai suoi cittadini di esercitare il loro diritto democratico" e gioca a porte chiuse il match della 7/a giornata della Liga contro il Las Palmas.

 Jordi Cuixart, presidente di Omnium, con l'Anc una delle due grandi organizzazioni della società civile indipendentista, in  Plaza Catalunya ha annunciato uno sciopero generale in Catalogna martedì per denunciare la repressione dello stato spagnolo.

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Il web si attiva, in questi casi: moltissimi i video postati dai catalani per documentare la situazione dei seggi.

E un ricercatore di Princeton, Jordi Graupera, ha postato un video nel quale un membro della Guardia Civil spara verso la folla a Barcellona e una foto in cui si vede il proiettile di gomma, di color verde

 

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Il presidente Puigdemont esorta i catalani via Twitter: "Chiunque voglia votare può farlo. Fate quello che vi va bene: tutte le opzioni sono altrettanto legittime. Facciamolo con la civiltà di sempre!".

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