"I nostri soldi finiranno alla mafia". In Olanda, Austria, Svezia, Finlandia e Danimarca l’accordo sul Recovery Fund fa registrare reazioni davvero poco frugali. Basta fare un giro sui social e leggere i commenti su quella che in molti, da Monaco di Baviera in su, considerano una vittoria dell’Europa meridionale e spendacciona. "L’Olanda finisce a testa in giù a causa delle bugie del nostro premier Rutte. Gli italiani con le loro pance enormi – sbotta sul web la misuratissima Marij Faas – se ne vanno al mare coi nostri soldi". Le fa eco Rene van den Hoek, feticista impenitente di camicie scozzesi: "Gli italiani e gli spagnoli stanno ridendo di noi idioti olandesi". La compaesana Lucie De Jong, tra una foto di un cane e un selfie, però ha scoperto il trucco. "Roma e Madrid sono fallite da anni. Forse sono andate in lockdown apposta per mungere altri soldi all’Europa". Ed è valanga di ’mi piace’.
Ma Thea Wolterink, con fonti a prova di tritolo, fornisce una spiegazione ancora più acchiappa-like. "Un italiano mi ha detto che hanno abbastanza soldi. I nostri risparmi andranno alla mafia". Il democratico e liberale Henk Vaartjes su Facebook rincara la dose: "Italiani e spagnoli con professioni usuranti in pensione a 50 anni. Noi a 68. Ci vorrebbe il Movimento Nazional-Socialista olandese". E chi meglio dei cuginetti sfigati di zio Adolf per sterminare le voraci cicale del Belpaese?
Gli umori a Stoccolma e dintorni non sono molto più nordici. "La Svezia – attacca Raimond Eitzenberger – viene sacrificata sull’altare dell’élite globale. Ma il nostro Paese ha un futuro?". Börje Johansson da Goteborg sbotta: "Le nostre tasse finiscono nella pancia di chi non si cura della propria economia. C’è sempre qualcuno a salvare gli italiani. Quanto abbiamo già sborsato?".
Anche nella vicina Copenhagen sono in molti a credere che Giuseppe Conte abbia scalato le gerarchie della Banda Bassotti. "In Danimarca – fa notare Susanne Larsen, appassionata di competizioni canine e karate – ci spacchiamo felici la schiena fino a quasi 70 anni per poter inviare denaro nel sud Europa, dove non si lavora molto. La Ue è davvero bella". Erik Ernskov ha un punto di vista più tecnologico sulla vicenda: "Abbiamo consegnato il codice pin dei nostri bancomat all’Unione europea, ora (italiani e spagnoli, ndr) possono ritirare l’importo da soli, se necessario". Søren Kjelgaard, costretto lo scorso novembre a tagliarsi la barba perché gli amici lo chiamavano Babbo Natale, prova a svegliare i suoi contatti: "Noi danesi siamo semplicemente troppo scemi e ingenui. Da molti anni siamo in cima alla classifca mondiale della pressione fiscale e per questo abbiamo un buon sistema sanitario. Nei Paesi dell’Europa meridionale camminano con la camicia aperta per far vedere la catena d’oro; bevono vino; mangiano olive; vanno in pensione presto e ci prendono in giro perché lavoriamo più di loro. A causa del loro stile di vita irresponsabile stanno bruciando e ora noi dobbiamo pure pagare".
Pensiero condiviso anche dalle parti di Helsinki. "Non voglio pagare la bella vita ai meridionali europei. Le nostre tasse – arringa su Facebook l’atletica Tanja Rajala – devono migliorare l’economia e i servizi finlandesi".