Isole Samoa, 25 ottobre 2024 – Re Carlo riconosce gli "aspetti più dolorosi" del passato della Gran Bretagna in merito alla schiavitù, ma evita al contempo le richieste di affrontare direttamente la questione di eventuali riparazioni su quanto commesso dai suoi avi. Parlando al summit dei leader del Commonwealth a Samoa, il sovrano britannico ha affermato che "nessuno di noi può cambiare il passato, ma possiamo impegnarci a trarne insegnamento".
In viaggio per il ‘Royal Tour in Australia’ e nelle Isole Samoa, il re sta affrontando un periodo di contestazioni. Un confronto diretto è avvenuto durante la visita al Parlamento australiano dove la senatrice aborigena Lidia Thorpe ha ‘sfidato’ Carlo III gridando: “Ridateci le nostre terre, restituiteci ciò che ci avete rubato!”. La senatrice indipendente, ha denunciato quello che ha definito il genocidio degli indigeni australiani durante l'era della colonizzazione britannica. Il Paese è stato sotto il diretto controllo di Londra per più di un secolo, durante il quale migliaia di aborigeni sono stati uccisi e intere comunità sono state sfollate.
Ora alcuni Paesi del Commonwealth, in particolare alcune nazioni caraibiche, sono pronti a chiedere alla Gran Bretagna e ad altre potenze europee di pagare un risarcimento finanziario per la schiavitù, mettendo ancora una volta il re in una posizione difficile.
Il primo ministro delle Bahamas, Philip Davis, ha dichiarato all'agenzia Afp che è fondamentale un dibattito sul passato. "È giunto il momento di avere un vero dialogo su come affrontare questi torti storici", ha affermato. "La giustizia riparatrice non è un discorso facile, ma è importante – ha aggiunto –. Gli orrori della schiavitù hanno lasciato una profonda ferita generazionale nelle nostre comunità e la lotta per la giustizia riparatrice è tutt'altro che finita".
Il re, nel suo discorso al Commonwealth heads of government meeting (Chogm), ha anche affrontato i temi della crisi climatica e delle sfide dello sviluppo, rendendo omaggio alla regina Elisabetta. Alcuni dei 56 leader presenti al Chogm avevano sperato che Carlo potesse considerare il meeting come un'opportunità per scusarsi del passato coloniale della Gran Bretagna e che il summit di quest'anno si sarebbe incentrato sul tema della giustizia riparatrice. Il sovrano, invece, ha riconosciuto le preoccupazioni dei leader, ma non si è impegnato direttamente nella questione.
Il tema resta di grande attualità, tanto che il primo ministro britannico, Keir Starmer, è sembrato aprire la porta a risarcimenti non finanziari per il ruolo del Regno Unito nella schiavitù transatlantica. Mentre i leader del Commonwealth lo pressavano affinché si impegnasse in un dialogo "significativo, veritiero e rispettoso" sul passato della Gran Bretagna, una fonte di Downing Street ha reso noto che il Regno Unito potrebbe sostenere alcune forme di giustizia riparatoria, come la ristrutturazione delle istituzioni finanziarie e l'alleggerimento del debito.