Lunedì 5 Agosto 2024

Razzi su Israele. L’appello di Tajani:: "Via subito dal Libano". I soldati Unifil restano

Hezbollah lancia decine di missili, Tel Aviv risponde colpendo una centrale. Il ministro degli Esteri italiano convoca i colleghi del G7. Caos negli aeroporti.

di Beppe

Boni

Tutti a casa, se possibile, prima che si scateni l’inferno. E molti connazionali hanno fatto le valigie e sono rientrati. Già una settimana fa la Farnesina aveva invitato gli italiani che si trovano in Libano a tornare, ma ieri il ministro degli Esteri Antono Tajani, ha rincarato la dose mentre si accavallano le voci di un’offensiva israeliana pesante che andrebbe oltre lo scambio quotidiano di razzi con Hezbollah mentre l’Iran annuncia un’ora sì e una no l’attacco a sua volta. La strategia del terrore è fatta anche di parole. L’appello del ministro si allinea quelli di altri Paesi come Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Arabia Saudita. Anche nel giorno del suo 71esimo compleanno Tajani ha seguito in diretta la crisi del Medio Oriente: "Visto l’aggravarsi della situazione, invitiamo gli italiani presenti in Libano a non recarsi nel Sud del Paese e a rientrare con voli commerciali il più presto possibile". Lo ha scritto in un post su X segnalando anche il numero dell’Unità di crisi della Farnesina – +390636225 dove il telefono ha già squillato con parecchie richieste di informazioni. L’invito si allarga anche ai turisti: state alla larga dal Libano. I civili italiani in zona Beirut sono 3mila, molti dei quali con doppio passaporto, oltre ai 1.200 militari della Brigata Sassari impiegati nella missione Unifil, più altri 200 nella Mibil con sede nella capitale. Una pioggia di 30 razzi, quasi tutti intercettati, è piovuta l’altra notte su Israele, ma l’Aeronautica di Tel Aviv ha poi neutralizzato il lanciatore di Hezbollah. La risposta israeliana è stata ancora più dura: i caccia hanno colpito la centrale elettrica a Taybeh, collegata a un impianto di fornitura idrica. Molte città sono rimaste a secco.

La grande fuga dal Paesi dei Cedri intanto è già iniziata attraverso i pochi voli disponibili. Chi può salta velocemente su un aereo nonostante i prezzi aumentati. Allo scalo di Beirut si allungano le file ai check-in e ai controlli di sicurezza. Folle di genitori, bambini, uomini d’affari cercano di partire per l’Italia, Amman, Istanbul, in un caos di valigie, zaini e attese tra voli cancellati. Un girone dantesco in aumento. Se dovesse scoppiare un conflitto aperto, i ministeri di Esteri e Difesa faranno scattare i piani di evacuazione aggiornati dal quartier generale del Comando interforze guidato dal generale Francesco Figliuolo. Il ponte aereo è gestito a livello internazionale. Due navi militari italiane ormeggiate a Cipro sono pronte a salpare se dovesse suonare la campana di pronto soccorso, mentre una terza è in grado di raggiungere l’area in breve. Ieri i militari della missione Unifil hanno svolto attività di ordinaria amministrazione. Nessuna emergenza, una giornata di routine. Il portavoce di Unifil, Andrea Tenenti, manager delle Nazioni Unite parla con la calma dei nervi distesi. "Siamo operativi come gli altri giorni. Le cose non sono cambiate se non per il maggior livello di attenzione. L’allerta? È adeguata al momento attuale. Continuano gli scontri a fuoco da dieci mesi, ma le attività sono le stesse. Se ci fossero condizioni per un ritiro della missione sarebbe il Consiglio di sicurezza a decidere, anche se ogni Paese è libero di rientrare". Intanto il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha presieduto una riunione in video conferenza dei ministri del G7 a presidenza italiana. Due temi sul tavolo, Libano e Gaza. Sul primo fronte ha ribadito l’importanza della risoluzione 17/01 dell’Onu per la gestione della presenza militare sulla Blue line fra Libano e Israele. Come dire, qui siano e qui restiamo. I responsabili degli Esteri si sono scambiati poi informazioni sul Libano. Su Gaza il ministro ha ribadito l’appoggio al Piano Biden per una tregua e l’impegno sull’assistenza umanitaria. All’Iran ha spedito una “cartolina”, con l’invito a contribuire alla de escalation. Un atto dovuto, chissà se il Grande Satana ascolterà.