Roma, 23 settembre 2024 – Luis Armando Albino scompare a soli sei anni nel 1951, mentre gioca in un parco di West Oakland, in California. Dopo settant’anni riesce incredibilmente a riabbracciare la sua famiglia grazie a un ritrovamento reso possibile da un test del Dna online, vecchie foto, ritagli di giornale e l’incessante tenacia dei suoi cari. È la risoluzione insperata di un rapimento che sembrava ormai destinato a restare irrisolto. La sua storia ha commosso il mondo intero.
Cosa accade il 21 febbraio 1951?
Luis, bambino di origine portoricana, gioca sotto gli alberi di un parco con il fratello maggiore, Roger. All'improvviso, una donna con una bandana in testa si avvicina ai due fratellini. Parla uno spagnolo fluente e, con tono rassicurante, propone loro di comprare delle caramelle. Convince Luis a seguirla e da quel momento, il bambino scompare senza lasciare traccia. A raccontare la storia è il Guardian, che cita a sua volta il Bay Area News Group. I media riferiscono di come la nipote di Albino, con l'assistenza della polizia, dell'Fbi e del dipartimento di Giustizia, sia riuscita a localizzare suo zio che viveva sulla costa orientale degli Stati Uniti.
La scomparsa e le ricerche
Dopo la scomparsa di Luis, le autorità si mobilitano immediatamente. La polizia locale, i militari di una base vicina, la Guardia Costiera e molti volontari setacciano l’area, comprese le acque della baia di San Francisco. Nonostante gli sforzi, Luis sembra svanito nel nulla. La misteriosa donna lo porta sulla costa orientale degli Stati Uniti, dove lo affida a una coppia che lo cresce come loro figlio. Luis vive una vita apparentemente normale: diventa pompiere, entra nei Marines durante la guerra del Vietnam, si costruisce una famiglia e diventa papà. Ma a Oakland, la sua vera famiglia non smette mai di sperare nel suo ritorno.
Il ritrovamento grazie al Dna
Durante la pandemia, Alida Alequin, nipote di Luis, decide di fare un test del Dna online "per gioco". I risultati sono sorprendenti: rivelano una corrispondenza del 22% con un uomo che vive sulla costa orientale degli Stati Uniti. Spinta dalla curiosità, Alida inizia a investigare. Setaccia vecchi articoli di giornale e consulta gli archivi della biblioteca di Oakland, alla ricerca di indizi sul passato dello zio scomparso.
Una vecchia foto riaccende la speranza
Durante le sue ricerche, Alida trova una vecchia foto dei fratellini Luis e Roger, pubblicata nel 1951 dall’Oakland Tribune. È convinta di essere vicina alla verità e si rivolge alla polizia di Oakland. Il caso viene riaperto con il supporto dell'FBI e del Dipartimento di Giustizia americano. Dopo ulteriori verifiche, emerge che l’uomo identificato grazie al test del Dna è proprio Luis Armando Albino.
L’abbraccio dopo settant’anni
Il 20 giugno 2024, Alida riceve la notizia che attendeva da tanto tempo: lo zio è stato finalmente ritrovato. "Ho preso le mani di mia madre e le ho detto: 'L'abbiamo trovato'. È stato un momento di pura emozione", racconta Alida. Il 24 giugno, Luis torna a Oakland e riabbraccia la sua famiglia d’origine. L'incontro più toccante è con il fratello Roger, che lo ha cercato per tutta la vita. I due fratelli si ritrovano giusto in tempo, prima che Roger muoia due mesi dopo.
Luis, ormai pompiere in pensione e nonno, conosce anche altri membri della sua famiglia. "Chissà se la mia storia potrà aiutare altre famiglie che stanno attraversando la stessa cosa", riflette Alida, che lancia un messaggio di speranza: "Non arrendetevi".
Il mistero non è ancora del tutto risolto
Nonostante l'emozionante riunione, rimangono delle domande senza risposta. L'FBI continua a investigare per scoprire chi sia la donna che rapì Luis e come orchestrò la sua fuga.