Lunedì 23 Dicembre 2024
LORENZO BIANCHI
Esteri

Ramadan di guerra. Alta tensione nei luoghi santi. E Biden boccia Netanyahu: "Fa più male che bene a Israele"

Hamas ai palestinesi: raggiungete la moschea di al-Aqsa. Tel aviv: vuole infiammare la regione. Il presidente americano attacca ancora Bibi: "No all’invasione di terra, Rafah è la linea rossa".

Ramadan di guerra. Alta tensione nei luoghi santi. E Biden boccia Netanyahu: "Fa più male che bene a Israele"

Per Joe Biden il premier israeliano Benjamin Netanyahu sta sbagliando tutto. "La leadership – ha detto il presidente statunitense in un’intervista all’emittente televisiva via cavo Msnbc – ha il diritto di difendere Israele, il diritto di continuare a perseguire Hamas, ma deve, deve, deve prestare maggiore attenzione alla perdita di vite innocenti a causa delle azioni adottate. A mio avviso più che aiutare sta danneggiando Israele. Voglio vedere un cessate il fuoco". Alla domanda dell’intervistatore se ci sia una "linea rossa" che Netanyahu non dovrebbe superare, come ad esempio un’operazione di terra a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, Biden ha risposto: "È una linea rossa, ma non abbandonerò mai Israele. La difesa di Israele è sempre fondamentale... ma non può permettere che altri 30.000 palestinesi muoiano come conseguenza dell’azione di perseguire Hamas". Ma la replica di Netanyahu a Biden è netta: "Se intendeva dire che conduco una politica contro la maggioranza dell’opinione pubblica israeliana e ciò danneggia gli interessi di Israele, allora è sbagliato. Non è solo la mia politica privata, è della stragrande maggioranza degli israeliani".

Da oggi o da domani, il primo giorno del Ramadan secondo il calendario lunare islamico, le Brigate Ezzeddin al-Qassam, il braccio militare di Hamas, hanno chiesto alla popolazione di raggiungere la moschea al-Aqsa di Gerusalemme, il terzo luogo santo dell’Islam.

"La nostra massima priorità per arrivare a uno scambio di prigionieri è l’impegno per una fine totale dell’aggressione e per un ritiro del nemico. Su questo non può esserci alcun compromesso", ha dichiarato Abu Obayda, il portavoce del Movimento di Resistenza Islamica.

Il leader Ismail Haniyeh ha esortato le Nazioni arabe e musulmane a "lavorare a livello politico, legale e diplomatico per fermare l’assalto al nostro popolo" e le "capitali globali a fare pressione su Israele perché fermi questa atroce guerra contro Gaza”.

Dopo l’incontro di David Barnea, capo del Mossad (gli 007 israeliani) con il direttore della Cia statunitense William Burns l’ufficio del premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato che "Hamas sta rafforzando la posizione secondo la quale non è interessata all’accordo e si sforza di infiammare la regione durante il Ramadan a spese dei residenti palestinesi della Striscia".

Secondo il sito internet del quotidiano israeliano “Yedioth Ahronoth” la polizia di Gerusalemme “attende” centomila palestinesi alla moschea di al-Aqsa.

Nel 2022 il periodo che ha preceduto il Ramadan è stato il più sanguinoso dal 2006. In 8 giorni morirono 11 persone in 3 attentati di terroristi. In quel frangente il ministro della difesa Benny Gantz, attuale membro del Consiglio di guerra, decise di affiancare alla polizia un migliaio di militari. Dodici battaglioni furono inviati in Cisgiordania e due al confine con la Striscia di Gaza.

Furono schierati cecchini, forze speciali e uomini dello Shin Bet, il controspionaggio interno. Misure analoghe potrebbero scattare anche ora. Gli eventi del 7 ottobre, 1.200 israeliani trucidati nel sud del Paese, per lo scrittore David Grossman sono ormai "parte formativa della nostra identità e del nostro destino".

Nella Città Vecchia di Gerusalemme non sono state montate le consuete decorazioni.

A Gaza secondo Hamas almeno 85 palestinesi sono morti nelle ultime 24 ore in più di 60 attacchi notturni che hanno colpito soprattutto Khan Younis. Quest’anno il ‘Qatayef’, il dolce che si mangia dopo la cena del Ramadan, è introvabile.