Un fumo nero che si alza da una delle due grandi torri di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa. È sera quando giungono le notizie di un incendio nella torre – che fa parte dell’area non nucleare della centrale – e la notizia viene rilanciata dallo stesso presidente Zeelenski: "Gli occupanti russi hanno appricato un incendio nel sito della cehtrale nucleare. attualmente i livelli sono nella norma, ma fino che gli occupanti manterranno il controllo dela centrale la situazione non potrà essere nella norma". Secondo gli ucraini, i russi hanno ammassato un gran quanbtità di copertoni nella torre di raffreddamento e gli hanno dato fuoco. Opposta la versione dei filorussi: "L’incendio è stato causato da un attacco di droni ucraini". L’allarme è scattato anche all’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica i cui esperti in loco "hanno osservato un forte fumo scuro provenire dall’area settentrionale dello centrale nucleare di Zaporizhzhia in seguito a molteplici esplosioni udite in serata". "Il team – spiega Aiea – è stato informato dalla centrale di un presunto attacco di droni oggi su una delle torri di raffreddamento situate nel sito. Non è stato segnalato alcun impatto per la sicurezza nucleare". Certo è che qualcuno gioca con il fantasma di Chernobyl. Nel frattempo anche ieri l’Ucraina avanza ancora nel Kursk con una forza stimata in 25mila uomini. E a Mosca, che ammesso che "gli ucraini sono stati fermati" in località che si trovano a 25 e 30 chilometri dal confine" confermando così implicitamente l’entità dell’avanzata nemica
la Russia risponde nel suo stile promettendo vendetta. Nel frattempo invia un missile balistico –per Kiev un nordcoreano KN 23 – a Brovary (poco a nord di Kiev), uccidendo almeno un giovane padre e suo figlio di 4 anni, e diffonde sui social dei vecchi video di attacchi unità militari ucraine, per mostrare una capacità di reazione che al momento a Kursk decisamente non ha.
Gli ucraini si godono l’attimo, l’aver riguadagnato la capacità di iniziativa e aperto un nuovo fronte, e con il presidente Voldymir Zelensky chiede di avere mani libere nell’uso delle armi fornite dall’Occidente. È un messaggio rivolto a chi – tedeschi e italiani, ma in parte anche americani – ha messo un limite all’uso delle armi ricevute nel territorio russo, totale per tedeschi e italiani, poche decine di chilometri per gli americani. "Gli ucraini – ha scritto Zelensky su Telegram – sono grati a tutti i nostri partner che ci aiutano con sistemi di difesa aerea e aerei da combattimento. Ma per fermare davvero il terrore russo, abbiamo bisogno non solo di un vero e proprio scudo aereo che protegga tutte le nostre città e comunità, ma anche di soluzioni forti da parte dei nostri partner, soluzioni che eliminino le restrizioni alle nostre azioni difensive".
"I russi – ha attaccato il presidente – non hanno restrizioni geografiche sull’uso di missili e bombe armi: sin dai primi giorni della guerra l’intero territorio ucraino è stato costantemente sotto minaccia. Anche noi dobbiamo poter attaccare senza restrizioni geografiche. Quando le capacità a lungo raggio dell`Ucraina non avranno limiti, questa guerra avrà sicuramente un limite: avvicineremo davvero la sua giusta fine".