Martedì 18 Marzo 2025
Aldo Baquis
Esteri

Raid sulla Striscia di Gaza, ucciso un funzionario Onu: Israele fa avanzare i tank

Ripartono le operazioni di terra. Katz: “Liberate gli ostaggi o vi annientiamo”. Hamas denuncia 436 vittime palestinesi in 48 ore. “Pronti a tornare ai negoziati”

Raid sulla Striscia di Gaza, ucciso un funzionario Onu: Israele fa avanzare i tank

Tel Aviv, 20 marzo 2025 – Israele stringe la morsa su Gaza. Dopo i raid aerei a sorpresa nella notte di martedì (una pioggia di fuoco che in una manciata di minuti ha causato sul terreno centinaia di morti) ieri l’esercito israeliano ha fatto avanzare di alcuni chilometri i propri blindati lungo l’Asse Netzarim fino alla principale arteria orizzontale di Gaza, la Sallah-a-din. Israele pare intenzionato a tornare a spezzare la Striscia in due tronconi per forzare a Hamas a cedere definitivamente alle proprie richieste.

Nuovi raid Idf
Un superstite al raid

Per evitare malintesi il ministro della Difesa, Israel Katz, ha diffuso un video con la traduzione in arabo: “Questo – ha detto – è un messaggio agli abitanti di Gaza. Il primo Sinwar (Yahya, ndr) ha distrutto Gaza, ed il secondo Sinwar (il fratello Muhammad, ndr) completerà la sua rovina. Presto avrà inizio l’evacuazione della popolazione dalle zone di combattimento. Restituite tutti gli ostaggi ed espellete Hamas. La alternativa è una distruzione totale”. Mentre i vertici militari hanno avuto istruzione di tenersi pronti a sospingere di nuovo la popolazione verso l’area umanitaria Moassi, al confine con l’Egitto, alcuni ministri prospettano anche progetti volti a “facilitare l’uscita da Gaza di quei palestinesi che fossero interessati”.

Il ministero della Sanità di Hamas ha precisato che nei due giorni seguiti al crollo della tregua sono morti almeno 436 palestinesi. Ieri inoltre l’Onu ha denunciato che uno dei suoi funzionari è rimasto ucciso in una esplosione. L’esercito israeliano si è detto estraneo a quell’episodio. “Il blocco dell’arteria Sallah–a-Din – ha affermato Abdel Latif al-Kanua, un portavoce di Hamas – è in totale contrasto con gli accordi sulla tregua e rappresenta un indurimento dell’assedio nei nostri confronti”. Tuttavia Hamas si dice ancora interessato a riprendere le trattative per la fine della guerra e per il ritiro totale di Israele da Gaza.

La decisione del premier Benjamin Netanyahu di riaprire le ostilità a Gaza (dopo aver raccolto il 

sostegno dell’amministrazione Trump) ha gettato nella prostrazione i familiari dei 59 ostaggi ancora a Gaza, 24 dei quali ritenuti ancora vivi. Sulla base delle proprie esperienze diversi ex- ostaggi hanno avvertito che c’è da temere per la loro sorte. Alcuni familiari hanno accusato Netanyahu di aver agito per convenienza politica interna: ossia per favorire il rientro nella coalizione di governo del partito di estrema destra di Itamar Ben Gvir e per garantirsi così la maggioranza parlamentare al prossimo voto per la legge finanziaria. Accuse respinte peraltro con sdegno dall’ufficio del premier.

Ieri intanto la radio pubblica Kan ha sostenuto che, attraverso intermediari, fondi provenienti dal Qatar sarebbero giunti ad un portavoce di Netanyahu. “Fake news”, ha stabilito l’ufficio del premier. Si tratta comunque di un nuovo tassello del ‘Qatar-gate’: una vicenda, ancora coperta in parte da un’ordinanza di silenzio, su cui indaga lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno. Proprio in questi giorni Netanyahu ha annunciato di aver deciso il licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, “avendo perso la fiducia nei suoi confronti”. “Il governo del Qatar è penetrato nel ‘Sancta sanctorum’ dell’ufficio di Netanyahu”, ha intanto esclamato su X l’expremier Naftali Bennett, secondo cui potrebbe trattarsi di una “falla di sicurezza” estremamente grave. “Invece che esigere un’indagine approfondita – ha aggiunto – Netanyahu cerca di insabbiare la vicenda. Di certo non ha la autorità morale di mandare i soldati alla guerra”. Ieri decine di migliaia di dimostranti hanno protestato a Gerusalemme per la liberazione degli ostaggi e contro il licenziamento di Bar.