Mercoledì 13 Novembre 2024

Qatargate, Giorgi agli inquirenti: "Io e Panzeri abbiamo lavorato per Doha da inizio 2019"

Il racconto dell'ex assistente agli inquirenti. Oltre Qatar e Marocco, la ong Asbl Fight Impunity lavorava anche per la Mauritania

Bruxelles, 28 dicembre 2022 - La "collaborazione" con il Qatar di Pier Antonio Panzeri e del suo ex assistente Francesco Giorgi è cominciata all'inizio del 2019. Lo ha raccontato agli inquirenti lo stesso Giorgi, secondo quanto scrive stamani il quotidiano belga Le Soir. L'idea - avrebbe detto l'assistente parlamentare - sarebbe nata nel 2018: Ali ben Samikh al Marri, già presidente del Comitato nazionale per i diritti umani del Qatar e attuale ministro del Lavoro, avrebbe avuto l'idea di usare Panzeri (all'epoca presidente della sottocommissione Diritti Umani del Parlamento Europeo) per fare lobbying a Bruxelles. "E' iniziato tutto all'inizio del 2019 - ha raccontato Giorgi - abbiamo definito le cifre, che ho difficoltà a ricordare, per i nostri rispettivi interventi". I pagamenti avvenivano "in contanti".

Francesco Giorgi, Pier Antonio Panzeri e il diplomatico Abderrahim Atmoun (ImagoE)
Francesco Giorgi, Pier Antonio Panzeri e il diplomatico Abderrahim Atmoun (ImagoE)

Panzeri, invece, ha detto agli investigatori che l'accordo con Doha è posteriore: risalirebbe, secondo lui, al novembre 2019, cioè dopo la fine del suo terzo mandato al Parlamento Europeo. Sempre secondo Panzeri, l'accordo con il Marocco sarebbe iniziato "dopo il 2019" e prevedeva che l'ex sindacalista si attivasse per evitare l'approvazione di risoluzioni scomode per Rabat, in cambio di "50mila euro". 

Il sistema si sarebbe 'professionalizzato' in seguito, secondo Giorgi, con la creazione dell'Asbl Fight Impunity, che avvenne il 25 settembre 2019.  La ong serviva come copertura per non "destare allarme", a quanto ha spiegato Giorgi. Panzeri avrebbe distribuito biglietti aerei pagati dal Qatar a persone a lui vicine, inclusi "una contabile e dei consiglieri politici", riferisce ancora Le Soir. L'assistente di Abbiategrasso non ha menzionato alcun eurodeputato che abbia approfittato di biglietti gratuiti per i Mondiali di calcio. 

Oltre al Marocco e al Qatar, ha spiegato ancora Giorgi, l'organizzazione lavorava anche per la Mauritania, un Paese che ha "un problema d'immagine": per migliorarla, si sono affidati a Panzeri. Questi avrebbe ricevuto da Nouakchott circa 25mila euro in contanti, mentre Giorgi avrebbe affittato all'ambasciatore mauritano a Bruxelles un appartamento, il cui affitto rappresentava la sua retribuzione. Giorgi ha anche sostenuto che la sua compagna, l'eurodeputata greca Eva Kaili, sarebbe stata al corrente dell'origine dei soldi che lui teneva in casa, ma che non faceva parte dell'organizzazione.