Roma, 2 settembre 2024 – Putin sarà arrestato? E’ la domanda che molti si pongono dopo le pressioni, di Ucraina ed Unione europea, in vista del viaggio del presidente russo in Mongolia. Vladimir Putin, martedì 3 settembre sarà infatti in visita in Mongolia, nella sua prima missione in un Paese membro della Corte penale internazionale (Cpi), da quando nel marzo 2023 il tribunale dell'Aja ha emesso un mandato di arresto nei suoi confronti per la deportazione illegale di bambini ucraini.
Putin rischia l’arresto?
Un fatto che espone il presidente russo alla possibilità di essere arrestato. La cosa però appare altamente improbabile (se non impossibile) viste anche le ripercussioni che avrebbe su scala internazionale a partire da una reazione militare della Russia nei confronti della Mongolia (dove peraltro Putin è atteso). Non solo. La Mongolia intrattiene in questa fase storica ottimi rapporti politici con Russia e Cina.
Le pressioni di Kiev
Kiev ha già esortato la Mongolia ad arrestare il presidente russo, ma il Cremlino si è detto "non preoccupato" in merito. Il portavoce della Cpi, Fadi el-Abdallah, ha spiegato che i funzionari mongoli "hanno l'obbligo" di rispettare le norme della Corte, ma ha anche chiarito che questo non implica necessariamente effettuare un arresto.
La tranquillità del Cremlino
Alla domanda se Mosca – che non riconosce la giurisdizione della Cpi – avesse discusso del mandato di cattura con Ulan Bator prima del viaggio di Putin, il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha risposto che "tutti gli aspetti della visita sono stati preparati con cura".
Il ministero degli Esteri ucraino ha auspicato che "il governo della Mongolia sia consapevole del fatto che Vladimir Putin è un criminale di guerra". "Invitiamo le autorità mongole a eseguire il mandato di arresto internazionale vincolante e a trasferire Putin alla Corte penale internazionale dell'Aja", è stato l'appello di Kiev.
La Mongolia e la Corte penale internazionale
La Mongolia è diventata firmataria del Trattato di Roma della Cpi nel dicembre 2000. In base al trattato, tutti i 124 Stati membri della Cpi dovrebbero eseguire il mandato se Putin dovesse mettere piede sul loro territorio. Ma la Cpi non ha una polizia propria e fa affidamento sulla cooperazione dei suoi Stati membri per eseguire eventuali mandati di arresto.
In caso contrario, la Corte è tenuta a segnalare la questione all'organismo di gestione della Cpi, l'Assemblea degli Stati Parte, che si riunisce una volta all'anno. Ma le opzioni dell'Assemblea si limitano principalmente a sanzioni verbali.
I precedenti favorevoli a Putin
Dei 49 mandati di arresto emessi dal 2002, solo 21 hanno portato a detenzioni e comparizioni in tribunale. Già in passato, alcuni leader di spicco ricercati dalla Cpi si sono recati nei Paesi membri impunemente. L'ex uomo forte del Sudan, Omar al-Bashir, spodestato nel 2019, si è recato in Stati membri come la Giordania e il Sudafrica senza conseguenze, nonostante sia oggetto di due mandati di arresto della Corte dell'Aja.
La visita annullata
Putin, che ha già notevolmente ridotto le visite all'estero da quando ha lanciato l'offensiva in Ucraina nel 2022, non si è ancora recato in uno Stato aderente alla Cpi da quando è stato spiccato il mandato. L'anno scorso, il leader del Cremlino ha annullato una visita a un vertice dei Brics in Sudafrica, che è un membro della Cpi, dopo pressioni interne ed esterne su Pretoria per arrestarlo.
Le pressioni della Ue
"C'è un mandato di arresto spiccato dalla Corte penale internazionale ai danni di Vladimir Putin, la Mongolia è firmataria dello statuto di Roma dal 2002, abbiamo sollevato i nostri dubbi sulla visita” del presidente russo “alle autorità mongole attraverso la nostra delegazione e chiediamo che i firmatari dello statuto assistano l'indagine”. Lo dichiara un portavoce della Commissione Europea.
"Abbiamo visto le notizie sulla prossima visita di Putin in Mongolia. La Mongolia, come tutti gli altri Paesi, ha il diritto di coltivare i suoi rapporti internazionali in base ai propri interessi. Tuttavia, esiste un mandato di arresto contro Putin emesso dalla Corte penale internazionale per deportazioni illegali e trasferimento di migliaia di bambini ucraini dai territori dell'Ucraina temporaneamente occupati alla Russia. La Mongolia è uno stato parte dello Statuto di Roma della Cpi dal 2002, con gli obblighi legali che ciò comporta". Lo ha dichiarato la portavoce dell'Ue per la Politica estera, Nabila Massrali, nel briefing quotidiano con la stampa.
"Abbiamo espresso la nostra preoccupazione sulla visita e affermato chiaramente la nostra posizione sulla Cpi tramite la nostra delegazione in Mongolia. E naturalmente, l'Ue sostiene l'indagine del procuratore della Corte in Ucraina e chiediamo la piena cooperazione di tutti gli stati parte", ha aggiunto.