Sabato 28 Dicembre 2024
MARTA OTTAVIANI
Esteri

Putin e le parole sulla pace in Ucraina, Zafesova: vuole solo la resa di Kiev

L’analista: “Non fa compromessi, vuole inglobare l’Ucraina”. La Nato rafforza la presenza nel Baltico. Casa Bianca gelida sul discorso dello zar: “Intende porre fine alla guerra? Sono frasi vuote”

Roma, 28 dicembre 2024 – Un Putin che non vuole un compromesso, ma la resa dell’Ucraina e che intende la parola negoziato come una dimostrazione di debolezza da parte del nemico. L’amministrazione Trump che interviene nel conflitto quando il piano di pace del presidente, che si installerà alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio, è già stato ampiamente superato. La vede così Anna Zafesova, giornalista e analista specializzata sulla Russia e sullo spazio postsovietico. Spiega perché la fine del conflitto potrebbe essere più lontana di quanto si creda.

Il presidente russo, Vladimir Putin
Il presidente russo, Vladimir Putin

Anna Zafesova, Putin parla di fine del conflitto ma continua l’avanzata in Donbass e il 20 gennaio prossimo Trump si insedia alla Casa Bianca. Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi?

“Mi pare siamo in una fase dove tutti stanno un po’ calando le carte e da entrambe le parti arrivano messaggi contraddittori. Lato Trump: prima ha detto che avrebbe tagliato tutti gli aiuti a Kiev e in un’altra intervista ha detto che potrebbero rimanere invariati o addirittura aumentare. Credo che si stia giocando una partita anche dal punto di vista interno. C’è in corso un passaggio di poteri fra un’amministrazione e l’altra. E va poi considerato che un conto è quello che si dice in campagna elettorale, un altro è quello che si fa veramente”.

L'analista Anna Zafesova
L'analista Anna Zafesova

Anche Putin, dunque, sta calando le sue carte?

“Direi di sì, come pure la Nato e ovviamente l’Ucraina. Quanto a Putin, le minacce sul super missile russo, che vengono lanciate in continuazione, sono fatte tutte per arrivare al 21 gennaio in posizione di forza. Non dimentichiamo poi che le condizioni di Putin sono state espresse chiaramente. Non solo vuole quattro regioni ucraine e la Crimea, inclusi i territori che non ha conquistato (delle quattro regioni la maggior parte delle aree sono ancora sotto il controllo di Kiev, ndr). Viste le dichiarazioni sue e dei suoi ideologi, per le quali l’Ucraina non esiste e i russi sono tutti uno stesso popolo, è chiaro che l’offensiva continua per inglobare l’Ucraina dentro un progetto neoimperiale”.

La fine della guerra dunque è ancora lontana?

“Putin per primo ha detto che la guerra proseguirà anche nel 2025 e che la Russia continuerà a perseguire tutti i suoi obiettivi. Non credo fermerà la guerra. Va anche tenuto conto del fatto che Putin non è uno che tratta a prescindere. Nel caso degli accordi di Minsk, furono sottoscritti quando non riuscì a conquistare militarmente il Donbass. Va poi sottolineato un altro aspetto, a questo proposito”.

Quale?

“Nel momento in cui qualcuno parla di trattative, per Putin è un incentivo a continuare, perché vede automaticamente il nemico in difficoltà. Per lui i negoziati sono da intendere non come il raggiungimento della pace ma come una dimostrazione di debolezza. Non per nulla, molti commentatori stranieri ritengono molto improbabile non dico la fine, ma anche solo un congelamento del conflitto. E se pure si riuscisse a congelare il conflitto sulla linea del fronte, rimarrebbe il problema dei bombardamenti e delle garanzie dell’Ucraina per il futuro”.