Il presidente russo, Vladimir Putin, torna a parlare alle due Camere del Parlamento russo per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina, ma, già che c’era ne ha approfittato per lanciare un messaggio di avvertimento all’Occidente con la sua modalità preferita: gettare il sasso e subito dopo ritrarre la mano. Il presidente ha ribadito concetti che ormai in Russia, nel ribaltamento completo della realtà, vengono ripetuti come un disco rotto. Mosca non ha invaso l’Ucraina, è stata costretta a difendersi dalla minaccia alla propria sovranità e integrità territoriale. La colpa, manco a dirlo, è dell’Occidente, accusato di aver applicato nei confronti della Russia le stesse tecniche impiegate negli anni ’80 del secolo scorso contro l’Unione Sovietica, per indebolirla. "Abbiamo avviato l’operazione militare speciale in Ucraina – ha spiegato il presidente – come giusta lotta per la sicurezza e la sovranità. La Russia non permetterà a nessuno di interferire nei propri affari interni. L’Occidente voleva fare con la Russia la stessa cosa che ha fatto con l’Ucraina, per portare discordia e indebolirla dall’interno, ma ha sbagliato i calcoli".
"Hanno tentato in passato di combattere la Russia, ma ora le conseguenze saranno pessime. Tutto quello che l’Occidente sta escogitando porta veramente alla minaccia di un conflitto con armi nucleari e quindi all’annientamento della civiltà". Il presidente ha poi voluto sottolineare che, malgrado l’impegno bellico in Ucraina, Mosca ha armi a sufficienza anche per ingaggiare un confronto con l’Occidente. "Hanno iniziato – ha detto Putin – a parlare della possibilità di inviare contingenti militari della Nato in Ucraina. Ricordiamo il destino di coloro che in passato hanno inviato i loro contingenti nel territorio del nostro Paese. Ora le conseguenze per gli eventuali interventisti saranno molto più tragiche". Il riferimento è al presidente francese, Emmanuel Macron, che non ha escluso l’invio di truppe francesi per dare supporto a Kiev, l’avvertimento, però, è per tutti: il rischio è quello di trascinare il mondo in un conflitto nucleare senza ritorno.
Fin qui le minacce. Poi però Putin ha definito "insensate" le notizie che si sono diffuse in Europa su un possibile attacco del Cremlino. Peccato che, secondo un report pubblicato dal quotidiano tedesco Bild il mese scorso, Putin sarebbe pronto a farlo già nel 2024. Per non incorrere nelle ire di Mosca, la Nato può fare solo una cosa: stare fuori dalla guerra in Ucraina. Un conflitto che secondo lo zar la Russia vincerà. "I membri delle forze armate non si ritireranno, non falliranno, non tradiranno" ha tuonato Putin, aggiungendo che la Russia si prepara a conquistare altre fette di territorio ucraino e che, nel conflitto, sono stati utilizzati due tipi di missili ipersonici: il Kinzhal, lanciato dagli aerei, e lo Zirkon, lanciato dalle navi.
Scene da quello che sarà l’unico comizio elettorale di questa campagna per le elezioni presidenziali, in programma il prossimo 17 marzo, dove gli altri candidati, oltre a non avere alcuna speranza di ottenere un piazzamento significativo, sulla guerra la pensano come Putin. Oggi a Mosca sarà il giorno dell’addio a Navalny. Il funerale si terrà alla periferia sud della capitale, dove il dissidente risiedeva con la famiglia e in molti temono che si trasformi in una maxi retata da parte delle autorità. Ieri è stato arrestato e poi rilasciato, sebbene costretto a pagare una multa di 300 euro, Sergeij Sokolov, direttore di Novaya Gazeta. La sua colpa è aver "gettato discredito sulle forze armate". In realtà, ha solo criticato la guerra in Ucraina.
Marta Ottaviani