Roma, 11 novembre 2024 – Alessandro Marrone, responsabile difesa dello Iai, Trump consegnerà la vittoria a Putin, costringendo Kiev ad un “accordo di pace“ che sarebbe una sostanziale sconfitta o c’è margine per trattare una “exit strategy“ americana meno penalizzante per l’Ucraina?
“Trump ha detto con chiarezza che la sua priorità è il confronto con la Cina, che è il solo rivale degli Stati Uniti. Per lui l’Ucraina è secondaria e sacrificabile. Di conseguenza, ritengo che cercherà di negoziare direttamente con Mosca un accordo di pace che chiuda il conflitto a spese di Kiev. E quindi accettando l’occupazione quasi integrale del territorio ucraino conquistato dalla Russia, limitando la forza dell’esercito ucraino, creando una zona smilitarizzata al confine e garantendo la non partecipazione di Kiev a nessuna alleanza militare, men che mai la Nato”.
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Una Caporetto per l’Occidente. Non è che Trump punta anche a tentare di staccare la Russia dalla Cina?
“Una “pace“ del genere fa passere il concetto che la Russia ha vinto perché le democrazie occidentali, alla fine, lasciano. Questo è un messaggio pericoloso perché verrà letto con attenzione dalla Cina per il dossier Taiwan, e verrà tenuto ben presente dalla Russia. Ma tutto questo non interessa affatto a Trump. Gli europei si arrangino, è la sua linea. La sua priorità è chiudere un fronte ritenuto secondario, coerentemente con la sua piattaforma elettorale isolazionista. Poi, se questo metterà pure una zeppa nel rapporto tra Mosca e Pechino, meglio”.
Nel frattempo Mosca continua ad attaccare. Mosca, scrive il New York Times, avrebbe ammassato nel Kursk 50mila soldati tra propri e nord coreani per riprenderselo.
“Ovviamente lanciano offensive per per avere una posizione più forte nelle future trattative. E del resto, sapendo che l’America vuole chiudere la partita, a Mosca chiuderanno al loro prezzo. La Russia potrà tirare la corda, gli Stati Uniti no”.
In quanto tempo si arriverà a un accordo “di pace“? Trump dice “pochi giorni” dall’insediamento, ma questo pare assolutamente improbabile.
“Molto improbabile. Direi che ci vorranno anni, diciamo che l’obiettivo è concludere entro le elezioni di mid term, tra due anni. Fino ad allora si potrà al massimo avere un cessate il fuoco sulle linee attuali, se a Mosca converrà e non è detto: la Russia non ha fretta”.
L’Europa manterrà la solenne parola data o di fatto dovrà seguire l’America, come già fece per l’Afghanistan?
“L’Europa è a un bivio. Ricordiamo che finora la somma delle donazione dei Paesi e delle istituzioni Ue all’Ucraina supera quella statunitense. Quindi ha una posizione forte e potrebbe usarla politicamente. Due le ipotesi. Aumentare il sostegno economico, politico e militare all’Ucraina per consentirle di resistere se vuole o comunque per farla trattare da una posizione non di debolezza. Oppure, di contro, dividersi e andare in ordine sparso, di fatto mollando Kiev”.
Cosa è nell’interesse dell’Europa?
“Se l’Europa non sosterrà compattamente Kiev, l’Ucraina dovrà di fatto accettare una soluzione punitiva. E deve essere chiaro che questo non porterà alla pace in Europa, ma creerà ulteriore instabilità perché il messaggio per Putin sarà: l’uso della forza, paga. E quindi, che nuove invasioni sono possibili. Ancora in Ucraina, in Moldavia o altrove”.