Roma, 1 dicembre 2023 – Se le sorti della guerra conto l’Ucraina sono legate all’attività legislativa russa, allora per Kiev sono solo brutte notizie. Il presidente, Vladimir Putin ha approvato i piani di bilancio per il triennio 2025-2027. Il punto saliente è che le spese militari sono state aumentate a livello record, o almeno quanto ha bisogno la Russia per vincere la guerra in Ucraina. Nel solo 2025 la spesa militare ammonterà a oltre 137 miliardi di euro, ossia circa il 32,5% dell’intero prodotto interno lordo nazionale. Una cifra che, da sola, è superiore ai fondi previsti per istruzione, sanità e politica sociale messi insieme.
Secondo l’agenzia di Stato Tass, le entrate del bilancio federale, nel 2025, dovrebbero essere pari 358 miliardi di euro circa. Il valore raggiungerà i 371 miliardi di euro nel 2026 e i 382 miliardi di euro nel 2027. Si tratta di previsioni, che però potrebbero scontarsi ben presto con l’amara realtà. Sempre nel documento si legge che il Pil nel 2025 dovrebbe crescere del 2,5%, con un ulteriore aumento nel 2026 e nel 2027, rispettivamente al 2,6% e 2,8%. L’inflazione dovrebbe attestarsi al 4,5% nel 2025 e al 4% nel 2026 e 2027.
Fra il dire e il fare, c’è di mezzo l’avvertimento della Banca Centrale. Proprio pochi giorni fa, Elvira Nabiullina, economista di fama internazionale e che guida la Banca Centrale russa dal 2013, ha tenuto un discorso alla Duma dove dipinge un quadro a tinte ben più fosche. Secondo Nabiullina, nel 2025 la Russia rischia uno scenario di stagflazione, ossia un micidiale combinato disposto di crescita a zero e inflazione che schizza. Insomma, tutto il contrario rispetto alle rosee aspettativa presidenziali.
Il rublo già gravemente compromesso dalle sanzioni occidentali, che hanno isolato la Russia dal sistema finanziario globale e ridotto drasticamente gli scambi con i Paesi europei, ha toccato un ulteriore fondo in questi giorni. Secondo gli analisti, a provocare questo ulteriore indebolimento c’è la decisione dell’amministrazione Biden di inasprire le sanzioni contro la Gazprombank russa, l'ultima grande banca non ancora sanzionata che raccoglieva i pagamenti dei Paesi occidentali che acquistavano il gas naturale russo. Chiuso questo canale per l'economia russa sarà ancora più difficile approvvigionarsi di valute forti.
A questo va aggiunto che, a partire dal 2023, la Russia ha la sua economia in un "economia di guerra", implementando politiche straordinarie per sostenere lo sforzo bellico e mantenere la stabilità economica interna. Una situazione che camuffa bene quella reale, con l’alto tasso di occupazione, perché la popolazione è impegnata nella produzione di materiale bellico, anche per compensare l’assenza di quelli che sono partiti per il fronte. Secondo la Banca centrale, il 73% delle aziende lamenta mancanza di personale. In buona parte è dovuto al fatto che centinaia di migliaia di persone sono partite per la guerra. Il tasso di utilizzo delle capacità degli impianti ha superato l’80%.
Proprio qui arriva l’avvertimento di Nabiullina: si produce molto, ma la domanda rimane bassa. E l’inflazione continua a essere elevata. In questa situazione, a guerra finita, la popolazione russa si troverà con milioni di persone senza lavoro e che non si potranno più permettere nulla.