Roma, 18 settembre 2024 – Almeno quattro delle attiviste del gruppo punk Pussy Riot sono state inserite nella lista dei ricercati internazionali dalla Russia. Secondo la Tass, che cita il database del ministero dell’Interno di Mosca, la banca dati conterrebbe anche due documenti riguardanti un’altra attivista del gruppo, Maria Alyokhina, che potrebbero suggerire un suo secondo inserimento nella lista dei ricercati di Mosca.
Non sono specificate le accuse mosse contro le componenti del gruppo, ma secondo le fonti dell’agenzia russa potrebbe essere aperto un procedimento penale contro di loro in base ad un articolo del codice penale sul “finanziamento del terrorismo”.
Secondo Meduza, la band sta ora partecipando a un tour di concerti in Europa per raccogliere fondi per l'ospedale pediatrico di Kiev colpito in un raid missilistico a luglio. Al momento il collettivo avrebbe raccolto 150.000 euro.
Il gruppo punk Pussy Riot ha denunciato per anni la deriva autoritaria del governo di Putin e si schiera contro l’invasione dell’Ucraina. Nel 2012 le attiviste della band sorpresero il mondo con una "preghiera" punk anti-Putin nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca: una denuncia politica che costò due anni di reclusione a due di loro. Durante la finale dei Mondiali del 2018 nella capitale russa, quattro Pussy Riot irruppero in campo travestite da poliziotte in segno di protesta contro le persecuzioni politiche messe in atto nel Paese.