Giovedì 18 Aprile 2024

Prof decapitato, tradito dai suoi studenti. Il killer: "Vi pago 100 euro se mi dite chi è"

Parigi, il 18enne che ha ucciso l’insegnante non conosceva la vittima. Quattro ragazzi gliel’hanno indicata all’uscita dalla scuola

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Non conosceva la sua vittima. Non sapeva che faccia avesse. Abdoullah Anzarov, il diciottenne ceceno che ha decapitato il professore di storia per aver mostrato in classe due caricature di Maometto, ha chiesto ai ragazzi della scuola di indicarglielo, in cambio di soldi. Era venerdì pomeriggio, alla fine delle lezioni. "Qual è Samuel Paty? Ti do cento euro se me lo dici", ha chiesto sventolando un mazzo di banconote. Aveva a disposizione parecchi soldi, afferma la polizia. Alcuni non hanno voluto rispondere. Quattro (agli arresti insieme con altre 11 persone) hanno invece accettato di fornire informazioni. Hanno tradito per denaro il docente che stava uscendo dalla scuola ed è stato assassinato 300 metri più in là.

Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire la personalità di questo killer uscito dalle nebbie. Un cane sciolto? O la pedina di un’organizzazione criminale, ricattato o strumentalizzato? La polizia sembra propendere per la seconda ipotesi. Non è convinta che abbia fatto tutto da solo. Chi gli ha dato i soldi? Chi era a conoscenza del suo progetto di morte? Aveva dei complici a Conflans-Sainte-Honorine?

Si sa che Abdoullah, 18 anni, nato a Mosca, beneficiava dello statuto di rifugiato. Era arrivato in Francia con i genitori e i nonni, cinque anni fa. Aveva un visto valido fino al 2030. Abitava a Evreux, in Normandia. Come ha effettuato il tragitto da Evreux a Conflans, 90 chilometri, visto che non aveva la patente di guida? Le ricerche hanno condotto sulle tracce di due suoi amici, di 17 e 18 anni: hanno ammesso di averlo portato a destinazione in automobile senza sapere - affermano - che cosa avesse in mente. Un altro amico del killer sarebbe stato presente quando Abdallah, due giorni prima del crimine, si recò in un negozio per acquistare un pugnale e un coltello con una lama di 35 centimetri. Un altro punto da chiarire è il ruolo svolto dal padre di un’alunna di Paty: è stato lui a scatenare sui social la campagna contro il professore, a dichiarare che sua figlia era sotto choc per essere stata allontanata dalla classe in quanto musulmana, a chiedere che il docente fosse cacciato dall’istituto. Un fanatico e soprattutto un bugiardo: sua figlia era a casa per malattia il 5 ottobre, giorno in cui Paty fece la lezione sulla libertà di espressione. Si sa che Abdallah lo ha contattato la settimana scorsa per avere informazioni su Paty. Come mai?

Sono tanti gli interrogativi. Perché nessuno intervenne il 30 agosto, quando Anzarov pubblicò su Twitter la foto di una decapitazione? Come mai l’antiterrorismo non si è insospettito sulla vera natura del ‘rifugiato’? Il dibattito sulle responsabilità dei social è accesissimo: ieri si è tenuta una prima riunione al ministero degli Interni. Altro tema rovente: come proteggere gli insegnanti, abbandonati a se stessi? Infine, come colpire chi ha esultato per la morte di Paty? Ci sono 80 inchieste aperte: 80 decerebrati che hanno giustificato la decapitazione affermando che il professore "se l’era cercata".