Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Il principe Harry al processo contro gli editori del Mirror: “Qui per porre fine alla follia della stampa”

In cravatta e atteggiamento rilassato nel giorno della sua ‘crociata’ contro la stampa britannica. “Da bambino, ogni articolo ha avuto un ruolo distruttivo nella mia crescita”

Londra, 6 giugno 2023 – "Ci sono più di migliaia, forse milioni di articoli che sono stati scritti su di me da quando avevo 12 anni. Da bambino, ognuno di questi articoli ha avuto un ruolo importante e distruttivo nella mia crescita”. 

Così il principe Harry attacca la stampa popolare britannica all’Alta corte di Londra, dove oggi si trova per testimoniare nel processo contro il Mirror Group Newspaper (Mgn), il gruppo editoriale del tabloid Daily Mirrror, che comprende anche il Sunday Mirror e il Sunday People. La causa riguarda le presunte intercettazioni illegali ai danni del duca di Sussex tra il 1995 e il 2011.

Approfondisci:

Harry in tribunale contro la stampa: “Tormentato dalle voci che Carlo non fosse mio padre”

Harry in tribunale contro la stampa: “Tormentato dalle voci che Carlo non fosse mio padre”

Una vera e propria “invasione della stampa” che lo tormenta da tutta la vita: “Da bambino e durante la mia adolescenza, sono stato vittima dell'invasione della stampa, per la maggior parte della mia vita fino a oggi”.

Questo alla base della denuncia del secondogenito di re Carlo, insieme alla “speranza” di “porre fine alla follia della stampa”, come ha dichiarato in tribunale nel corso del controesame.

La presenza intrusiva di paparazzi e giornalisti – gli stessi che prima di lui avevano preso di mira anche sua madre, la principessa Diana –  lo fece piombare in una sorta di “paranoia”, una diffidenza generalizzata verso chiunque gli stesse accanto. 

“Quando condividi informazioni private solo con una o due persone e finiscono sulla prima pagina di un giornale, la tua cerchia di amici inizia a ridursi sempre più – dice Harry –. La grande maggioranza degli articoli veniva attribuita a un compagno, un amico, una fonte, una persona vicina, il che di fatto crea un'atmosfera di sospetto sulla fonte eventuale di questi articoli. Sentivo di non potermi fidare di nessuno, il che era una sensazione terribile per me, specialmente quando ero così giovane”.

Harry al suo arrivo all'Alta corte a Londra
Harry al suo arrivo all'Alta corte a Londra

Il processo contro i tabloid

Nel processo in corso, apertosi il mese scorso, il gruppo editoriale è accusato di averlo diffamato e di aver usato mezzi illeciti per ricavare informazioni sul suo conto, incluso l’hackeraggio dei messaggi vocali. Tra i canali utilizzati ci sarebbero stati, inoltre, l’impiego di investigatori privati e di intercettazioni di messaggi telefonici. "Un atteggiamento assolutamente vile”, secondo il principe 38enne.

Nonostante all’inizio di maggio il giornale si fosse scusato “senza riserve” con il principe Harry per aver raccolto illegalmente informazioni personali sul suo conto tramite le telefonate intercettate, non mancano i presupposti per lo svolgimento del processo.

E questo è un evento storico: per la prima volta da 130 anni un membro della famiglia reale britannica si presenta in una corte di giustizia del Regno Unito per testimoniare. Ancora più significativo è il fatto che si tratti di uno dei figli del sovrano regnante Carlo III. Il principe era stato convocato in aula ieri, ma ha ritardato il suo arrivo da Los Angeles per festeggiare il secondo compleanno della figlia Lilibet in California. Il giudice Timothy Fancourt non ha nascosto il suo disappunto ieri, dicendo di essere "un pò sorpreso".

Al suo arrivo all’Alta corte, nel giorno della sua ‘crociata’ contro la stampa popolare britannica, è apparso in giacca e cravatta, con un atteggiamento rilassato e a tratti sorridente. Nessuna dichiarazione, tuttavia, alla folla di operatori tv e fotografi assiepati dietro le transenne, che lo ha ripreso scendere da una Range Rover e percorrere i pochi metri che lo separavano dall’ingresso in tribunale. Qui, ad attenderlo, il suo team di legali.

Approfondisci:

La National Gallery rimuove il ritratto di William e Harry, Kate salvata dall’imbarazzo

La National Gallery rimuove il ritratto di William e Harry, Kate salvata dall’imbarazzo

Le dichiarazioni del principe Harry 

"Il nostro Paese è giudicato nel mondo intero in base allo stato della nostra stampa e del nostro governo, che entrambi – credo – abbiano toccato il fondo”. Queste le parole che accompagnano la testimonianza di Harry contro il tabloid Mirror. In una nota scritta di 55 pagine, con la quale il principe ha infranto – ancora una volta – le convenzioni tradizionali addentrandosi nel territorio della politica, da sempre accuratamente evitato dalla corona. "La democrazia fallisce quando la stampa non riesce a controllare e richiamare alle sue responsabilità il governo, e invece sceglie di conviverci in modo da avere garantito lo status quo”, dice il principe. 

In parallelo, la sua battaglia contro il governo riguardo al modo in cui viene protetto quando si trova in territorio inglese. Uno dei motivi che lo ha spinto a trasferirsi in California con la moglie Meghan Markle: una scelta presa “in gran parte a causa della costante intrusione, l'incitamento all'odio e le vessazioni da parte della stampa scandalistica in ogni aspetto della nostra vita privata, cosa che ha avuto un impatto devastante sulla nostra salute mentale e sul nostro benessere”. Un’intrusione che avrebbe destato nella coppia preoccupazioni anche in merito “alla sicurezza e all’incolumità di nostro figlio”, come ha aggiunto Harry.

Durante l’aggressivo controesame il legale di Mgn, l’avvocato Andrew Green, ha chiesto a Harry perché abbia selezionato solo un numero ridotto di articoli scritti su di lui nel periodo preso in considerazione per la causa. “Perché hanno mostrato gli elementi più evidenti di attività illecite intrusive”, ha risposto lui, apparendo via via più sicuro di sè nella deposizione.

Tali attività, secondo il duca di Sussex, avrebbero avuto effetti anche sulle persone a lui vicine, a partire dalla stessa Lady D., influenzando “la sua reazione nei miei confronti come suo figlio”.