Sabato 28 Dicembre 2024
BEPPE BONI
Esteri

Prigozhin, Putin e i demoni della Wagner: “Lo zar si è rafforzato. Adesso ha in pugno i mercenari spietati”

Politi (Nato Defense College Foundation): “Potere di Mosca più stabile. Le truppe dislocate in Africa rimarranno là come paramilitari”

Yevgeny Prigozhin mostra a Vladimir Putin la sua fabbrica di mense scolastiche a S. Pietroburgo: è il 2010

Roma, 25 agosto 2023 – La fine senza gloria di Evgeny Prigozhin e dei suoi mastini della guerra wagneriani apre uno scenario denso di interrogativi sulla Russia impantanata nel conflitto ucraino.

Alessandro Politi, direttore di Nato Defense College Foundation, che fine farà adesso il Gruppo Wagner decapitato dei propri vertici?

"Intanto pare che i responsabili rimasti, tolti Evgeny Prigozhin e gli altri morti nello schianto dell’aereo, siano impegnati in una riunione permanente a San Pietroburgo, dove ha sede lo stato maggiore della Wagner".

Yevgeny Prigozhin mostra a Vladimir Putin la sua fabbrica di mense scolastiche a S. Pietroburgo: è il 2010
Yevgeny Prigozhin mostra a Vladimir Putin la sua fabbrica di mense scolastiche a S. Pietroburgo: è il 2010

Già, ma i mercenari sparsi sui teatri di conflitto in giro per il mondo?

"Può darsi che la Russia decida un trattamento differenziato a seconda della loro attuale dislocazione".

In che senso?

"È possibile che i miliziani che ora si trovano in Bielorussia, parte dei quali hanno partecipato alla cosiddetta marcia della giustizia, vengano inglobati nell’esercito russo. Mentre le truppe dislocate per esempio in Africa potrebbero ipoteticamente rimanere sul terreno come formazione paramilitare ma stavolta direttamente sotto contratto del Ministero della Difesa russo".

Quindi una sorta di amnistia?

"Probabilmente Putin non ha interesse ora a crearsi ulteriori problemi con chi non ha organizzato direttamente la congiura. L’importante per il Cremlino è non avere più fra i piedi il capo della Wagner e i suoi colonnelli. Il potere sovietico storicamente non ha mai tollerato i dissidenti troppo ingombranti. E quello post sovietico pure".

Se Prigozhin è stato davvero ucciso è una vendetta preparata a tavolino?

"Bisogna vedere come si chiarirà la situazione. Rispondo con un riferimento storico. Vladimir Putin nel suo studio tiene un ritratto di Pietro il Grande. Questi, nel 1698, represse nel sangue senza pietà e per diversi anni la rivolta della Guardia zarista Streltsy".

Che riflessi può avere l’eliminazione dei vertici della Wagner sulla Nato?

"Penso che l’Alleanza si orienterà su due livelli di analisi. Uno, valutare che impatto può avere questa vicenda sull’andamento dei combattimenti attraverso i sistemi di intelligence dei Paesi membri. Due, una valutazione politica cercando di comprendere l’eventuale influenza sulla stabilità del governo di Mosca".

L’uccisione del leader dei mercenari influirà sulla dinamica del conflitto per il Cremlino?

"Di sicuro è un problema eliminato per la stabilità del governo di Mosca dopo le continue sfide lanciate da Prigozhin ai vertici militari. Il Gruppo Wagner è stato sicuramente utile sul campo di battaglia, ma il Cremlino probabilmente aveva già calcolato da tempo di farne a meno. Ora l’esercito è concentrato su una linea difensiva, ed è tutto sommato un vantaggio, per fermare la controffensiva ucraina".

Kiev intanto ha piantato una bandiera in Crimea, è in vantaggio?

"È chiaramente un’operazione dimostrativa senza effetti bellici. La controffensiva ucraina mostra in realtà risultati in chiaroscuro, mi pare che non stia concretamente recuperando molto del terreno perduto. E non aiuta nessuno dare molto rilievo ai risultati positivi e tacere quelli negativi".