Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Pressing su Netanyahu. Biden invia in Israele il suo consigliere

La visita di Sullivan dopo le critiche della Casa Bianca

Pressing su Netanyahu. Biden invia in Israele il suo consigliere

Pressing su Netanyahu. Biden invia in Israele il suo consigliere

Così vicini, così lontani. Joe Biden è pro Israele fino al midollo, ma è sempre più insofferente per la testardaggine di Netanyahu, che vuole spazzare via Hamas costi quello che costi e non accetta suggerimenti alla prudenza negli attacchi contro i civili. In un fuorionda durante una raccolta fondi – fuorionda che pare non casuale – il presidente Biden ha avvertito che Israele sta perdendo il sostegno internazionale "a causa dei bombardamenti indiscriminati". Biden ha anche criticato il governo di coalizione di destra israeliano che "sta rendendo le cose molto difficili" aggiungendo: "Dobbiamo assicurarci che Bibi capisca che deve fare delle mosse, deve cambiare gli elementi più estremisti del suo governo che stanno rendendo difficile il sostegno ad Israele". E la leadership globale di Washington rischia di subire un duro colpo per il suo sostegno a Israele. Ad esempio con una mossa tanto rara quanto simbolica, martedì tre dei più stretti alleati dell’America, Canada, Australia e Nuova Zelanda, hanno rotto con Washington per sollecitare sforzi urgenti per concordare un cessate il fuoco a Gaza. "Il prezzo della sconfitta di Hamas non può essere la continua sofferenza di tutti i civili palestinesi", hanno dichiarato i primi ministri delle tre nazioni.

In questo contesto, il consigliere per la sicurezza nazionale di Biden, Jake Sullivan, ha raggiunto ieri Netanyahu in Israele. Sullivan intende affrontare la questione del flusso di aiuti a Gaza e la "prossima fase della campagna militare", ha dichiarato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby. Il massimo funzionario della Casa Bianca in materia di politica estera discuterà con gli israeliani anche degli "sforzi per essere più chirurgici e più precisi e per ridurre i danni ai civili". "Questo è un nostro obiettivo. E gli israeliani dicono che è un loro obiettivo – ha detto Kirby – ma sono i risultati che contano". E Tel Aviv intende lavorare con i suoi tempi e sui propri obiettivi.

"Per smantellare un’organizzazione che è stata costruita per anni solo per scopi terroristici e per liberare Gaza da Hamas, sono necessari più di pochi mesi" – ha ribadito il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant incontrando con l’intero gabinetto di guerra Jake Sullivan. "Sarà – ha aggiunto Gallant – una guerra lunga che alla fine vinceremo. Ringrazio il governo americano per il suo sostegno incondizionato". Come dire, grazie amici, ma faremo a modo nostro.

A.Farr.