Domenica 24 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Polveriera Kosovo. "I serbi soffiano sul fuoco. Situazione deteriorata"

Luisa Chiodi (Osservatorio Balcani): con Belgrado serve più fermezza. "Mosca ha sempre offerto copertura politica e soldi ai leader critici con la Ue"

Agenti kosovari al confine con la Serbia dove Belgrado ha ammassato truppe

Agenti kosovari al confine con la Serbia dove Belgrado ha ammassato truppe

Roma, 2 ottobre 2023 – Professoressa Luisa Chiodi, Osservatorio Balcani, quanto dobbiamo essere preoccupati per il successo di Fico in Slovacchia? E quanto per la situazione in Kosovo?

"La Slovacchia è un piccolo paese. Già avevamo Orban in Ungheria e, fuori dall’Ue, Vucic in Serbia. Non credo che Bratislava possa cambiare molto il quadro. Certo, se in Francia vincerà la Le Pen allora sì che dovremmo preoccuparci, ma non agitiamoci troppo per Bratislava. Sono invece già oggi molto allarmata per quanto succede in Kosovo e in Bosnia. In Kosovo la situazione si sta significativamente deteriorando, con Belgrado che agita il radicalismo serbo e il leader kosovaro Kurti che non pare disponibile a compromessi sull’unione dei comuni serbi e ha fatto anche delle mosse azzardate nel cercare di fermare il dissenso della popolazione serba. In Bosnia invece abbiamo il leader dell’entità serbo-bosniaca Milorad Dodik che soffia sul fuoco. Di sicuro in occidente si sperava che rilanciando l’allargamento Ue si potesse trovare una soluzione ad una serie di conflitti aperti nel continente e invece è successo l’opposto con una serie di leader autoritari, corrotti e populisti, che prosperano sul caos e che guardano più all’interesse personale che a quello dei propri Paesi".

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È possibile far ragionare il serbo Aleksander Vucic?

"Temo di no. Certo, fino a che gli faremo fare quello che vuole, si prenderà i suoi spazi congelando la situazione. Ci vorrebbe più fermezza, anche se questa rischierebbe di innescare una fiammata del nazionalismo serbo. Che in parte già vediamo. Uno dei motivi per i quali Vucic agita adesso il nazionalismo serbo in Kosovo è infatti che ha capito che nell’Unione Europea c’è qualcuno che mette in discussione la linea accomodante con Belgrado".

C’è lo zampino di Putin nella vittoria di Fico, c’è una regia di Mosca, oppure il suo successo è frutto di dinamiche interne slovacche e Mosca ne è semplicemente soddisfatta?

"Direi la seconda ipotesi. Certo, Putin ha sempre offerto copertura politica e soldi ai leader europei critici con Bruxelles, da Orban al serbo Vucic. I suoi troll sono anche certo intervenuti sui social slovacchi per influenzare l’esito del voto: nei giorni scorsi in Slovacchia è circolata persino la tesi, assurda, che determinante per l’invasione sovietica della Cecoslovacchia nel 1968 sia stato il voto dei membri del politburo...ucraini. Questo è il livello. Ma non credo che i troll di Mosca siano stati determinanti nella partita slovacca. Semplicemente in certi paesi ci sono fasce di popolazione in particolare sofferenza e i leader populisti se ne avvantaggiano facendo largo uso di una retorica filorussa e anti Bruxelles. Certo, la vittoria di Fico soddisfa molto Putin, che spera non sia l’ultima di leader di quel tipo".