Roma, 18 maggio 2024 – L’hanno chiamata "Tarcza Wschód", scudo orientale. Viste le politiche aggressive della Russia nei confronti dei vicini _ prima la Georgia, nel 2008 e poi dal 2022 l’Ucraina _ è più che comprensibile la scelta della Polonia di blindare i confini, annunciata oggi dal primo ministro Donald Tusk. "Abbiamo deciso di investire 10 miliardi di zloty (circa 2,34 miliardi di euro) nella nostra sicurezza _ ha detto _
e soprattutto nella protezione del nostro confine orientale. Questo sistema di fortificazioni, che rafforza 400 chilometri di confine con la Russia e la Bielorussia, sarà un elemento di deterrenza, una strategia per respingere la guerra ai nostri confini. Vogliamo che il confine polacco sia sicuro in tempi di pace, in modo che sia un confine impenetrabile per l'avversario durante la guerra”.Assalto russo a Kharkiv: l’Ucraina evacua 10 mila persone
La Polonia ha già installato nella seconda metà del 2022 un serie di sensori e telecamere e una barriera (per oltre 100 km alta cinque metri) sormontata da filo spinato su 206 chilometri di frontiera con la Bielorussia, essenzialmente una misura per proteggersi dall’invio di migranti attraverso il confine, deciso dalle autorità bielorusse per mettere il difficoltà la Polonia.
Adesso però quel che si prospetta è la creazione di una vera linea fortificata contro il possibile attacco di truppe russe o bielorusse. Ancora non si conoscono i dettagli ma da quanto filtra di pensa alla creazione di una serie di bunker fortificati e dotati di artiglieria e mitragliatrici, connessi da un sistema di trincee in cemento armato e protetto da barriere in cemento del tipo dei “denti di drago” antitank, e poi canali, tratti di fitta vegetazione e ovviamente estesi campi minati.
Le fortificazioni create dagli ucraini e poi dai russi hanno mostrato in questa guerra di poter reggere egregiamente anche per anni, se ben progettate.
Ma la storia non è clemente con i tentativi della Polonia di proteggersi con fortificazioni. Stretta tra due nemici potenti come Germania di Hitler e l’Unione Sovietica di Stalin, la Polonia creò nel 1933 la fortificazione dell’Alta Slesia (nove “punti forticati” connessi da trincee) contro la Germania di Hitler, le fortificazioni di Sarny (358 bunker su 170 chilometri) contro i russi e poi la fortificazione della lunga penisola sabbiosa (35 km) di Hel, sul Baltico. Ma le fortificazione dell’Alta Slesia vennero aggirate, quelle di Sarny ressero in maggioranza per soli tre gironi mentre quelle di Hel sopravvissero per un mese. Non una grande performance.
Ora la Polonia punta a fare meglio sui 205 chilometri della frontiera con la Russia (enclave di Kalinigrad) e gli oltre 327 di confine con la Bielorussia. Considerata la spesa di 4.4 milioni di euro per chilometro, pochi, non sembra di intravedere una protezione “pesante”, e già questo è un problema.
Ma ne esiste un secondo, non irrilevante, che rimanda alla linea Maginot francese, la potente linea difensiva costruita dopo la prima guerra mondiale per proteggere i confini francesi dalla minaccia tedesca ma che fu aggirata dalle truppe tedesche che attaccarono attraverso l’Olanda e il Belgio e investirono il tratto più debole della linea Maginot, solo fortificazioni di campagna, nelle Ardenne e in cinque giorni le superarono aprendosi la strada verso Parigi.
Ora, in Polonia c’è un tratto di confine che si presta ad una operazione simile, quello del confine _ lungo 104 chilometri _ con la Lituania. E’ il “famoso” corridoio di Suwalki. Russi e bielorussi potrebbero attaccare lì, in Lituania e poi dilagare verso la Polonia “aggirando” le fortificazioni che Varsavia vuole creare ai confini diretti con Bielorussia e Russia. La replica dell’operazione tedesca contro la Maginot.
Ovviamente i polacchi se ne sono resi conto e logica vuole che creeranno le stesse fortificazioni anche lungo il confine con l’amica Lituania, perché altrimenti l’intera operazione sarebbe una barzelletta e soprattutto uno spreco di soldi, posto comunque che la migliore garanzia ad un attacco contro la Polonia restano sempre la Nato e le atomiche americane, e non le fortificazioni. Andrà in effetti così? Dovrebbe, ma chissà. La storia è piena di tragiche sottovalutazioni ed errori madornali. E di soldi buttati.